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Salute

Croce Gialla, dall'Inrca arriva il nuovo defibrillatore in ricordo di Massimo Boemi

Il primario del centro diabetologico scomparso lo scorso 28 dicembre aveva iniziato a salvare vite proprio come volontario della storica Onlus anconetana. Il dg Genga: "Ci manca ancora"

La Croce Gialla di Ancona ha a disposizione un nuovo defibrillatore nel ricordo di Massimo Boemi. Ad acquistarlo e donarlo alla storica Onlus anconetana è stato il reparto di diabetologia dell’Inrca del quale Boemi, scomparso lo scorso 28 dicembre, era dirigente. Perché la Croce Gialla? Perché proprio tra i militi lo stesso Boemi aveva prestato servizio alla fine degli anni ’70, prima ancora di diventare medico. 

La consegna formale del defibrillatore nella sala d’attesa del centro antidiabetico è stata preceduta dai commossi ricordi di amici, familiari e colleghi tra cui quello del coordinatore di reparto Marco Federici: “Sono entrato qui in punta di piedi e in questo centro Massimo ha creato un gruppo che ha sempre funzionato. Ha collaborato con tutti ed è una persona che non si dimentica, la speranza è che si possa continuare con questa professionalità e con questa serietà che ci siamo creati”. A consegnare il defibrillatore nelle mani di Alberto Caporalini, presidente della Croce Gialla, è stata la dottoressa Rosa Anna Rabini che da fine dicembre e nei suoi ultimi mesi di permanenza all’Inrca (a maggio sarà trasferita per altro incarico) ha ereditato la direzione del reparto: “Abbiamo pensato molto a come impiegare i fondi che avevamo raccolto e insieme alla famiglia abbiamo deciso di devolverli alla Croce Gialla per il lavoro egregio che fa. L’acquisto di un defibrillatore ha anche il senso di aiutare i pazienti diabetici, che hanno un elevato rischio cardiovascolare”. Per Gianni Genga, direttore generale dell’Inrca: “il gesto di oggi contribuisce a dotare la Croce Gialla di uno strumento importantissimo, ma ci permette anche di ricordare Massimo. Sono passate alcune settimane e ci manca ancora, cerchiamo di affrontare questa fase dando il massimo affinché questa attività vada avanti”. A ringraziare il reparto c’era anche Giuseppe Boemi, fratello di Massimo: “Ho suggerito io di fare questa donazione alla Croce Gialla perché Massimo ha iniziato come volontario proprio sulle loro ambulanze”. E su quelle ambulanze c’era anche l’amico Mariano Moresi: “All’inizio eravamo militi, perché avevamo cominciato a 17 anni, poi con il passare del tempo abbiamo condiviso anche i servizi di notte. Io ero anche autista e abbiamo effettuato molti servizi insieme, si vedeva che Massimo era portato per questo lavoro e aveva una vera e propria vocazione”. La Croce Gialla ringrazia a nome di Alberto Caporalini: “Se passi dal volontario all’attività di medico vuol dire che dentro hai qualcosa di importante che va sprigionato. Sul campo Boemi ha soccorso le persone negli anni ’80 quando i defibrillatori non c’erano. Oggi è una struttura salvavita che bisogna avere e rinnovare, verrà messa a disposizione per tutti i servizi in cui è richiesta”. 

La mattinata si è chiusa con il commosso ricordo dell’ex primario Paolo Fumelli: “Ho avuto Massimo con me quando si era appena laureato, gli ho dato quello che sapevo e con il tempo anche lui ha dato molto a me. Sono contento di averlo conosciuto e sono ancora addolorato per averlo perso così prematuramente”. Poi la metafora sportiva: “La vecchiaia è una tappa che finisce in salita come in un gran premio della montagna che bisogna affrontare per forza, ma la vecchiaia è brutta solo per chi non la ha. Quello che c’è dopo lo sapete bene, per i credenti è il luogo dove si rivedono genitori e nonni. Io spero di incontrare anche Massimo”. 
 

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