Nuova zona gialla?, Acquaroli: «Terrorismo mediatico che provoca danni al territorio»
Taglia corto stamattina il presidente di Regione Marche, Francesco Acquaroli, ai microfoni di Radio anch'io in merito a «una serie di notizie che continuano a ribadire che le Marche, come altre regioni, rischiano la zona gialla»
MARCHE - Pandemia e 'capitolo' revisione dei parametri. «In questo momento al di là della revisione dei parametri dobbiamo dare delle corrette informazioni». Taglia corto stamattina il presidente di Regione Marche, Francesco Acquaroli, ai microfoni di Radio anch'io in merito a «una serie di notizie che continuano a ribadire che le Marche, come altre regioni, rischiano la zona gialla».
«Credo si parli di un'azione forte di terrorismo mediatico che rischia di produrre danni ad aziende e imprese che hanno aspettato mesi per ripartire». Nello specifico alla domanda «le Marche sono una delle cinque regioni che rischiano il giallo, giusto?», il governatore dice di non riuscire a comprendere sulla base di quale dato si fa questa affermazione. «Il limite per essere collocati in zona gialla- rimarca- è di 50 positivi settimanali su 100.000 abitanti: la media nazionale è 11 su 100.000, e noi ieri avevamo 14 positivi settimanali. Il margine da 14 a 50 è altissimo, in pratica siamo in linea con la media nazionale, ho visto da giorni una serie di notizie che continuano a ribadire che le Marche, come altre regioni, rischiano la zona gialla».
Affermazione del governatore marchigiano che calza a pennello con il 'capitolo Covid e turismo'. E dallo studio gli domandano: «Questo comporta anche delle disdette turistiche?». «Di sicuro è un grande piacere che il nostro concittadino, Roberto Mancini, abbia sposato la causa di promuovere la regione, ma al di là di questo aspetto si sta producendo un danno che è basato su un allarmismo basato sui fenomeni che ho raccontato prima». Pertanto, stimola Acquaroli, «dire che la regione Marche è verso il giallo vuol dire che tutta l'Italia è verso il giallo. Credo si parli di un'azione forte di terrorismo mediatico che rischia di produrre danni ad aziende e imprese che hanno aspettato mesi»