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Martedì, 26 Settembre 2023
Politica

I vitalizi agli ex consiglieri costano 4,3 milioni: «Basta privilegi, vanno ricalcolati»

Iniziativa dei parlamentari 5 Stelle delle Marche: «Cifre impressionanti soprattutto considerando che vanno a sommarsi alle pensioni di base»

I vitalizi. Spesso considerati, a torto o a ragione, il simbolo della casta e che puntualmente vengono erogati agli aventi diritto. Nelle Marche sono 114 gli ex consiglieri regionali che ne usufruiscono. Nel 2018 le casse regionali hanno sborsato 4,3 milioni di euro. Il calcolo lo hanno fatto i parlamentari del Movimento 5 Stelle eletti nelle Marche che ora chiedono di ricalcolare l'assegno con il metodo contributivo. Andando a leggere la lista pubblica dei vitalizi, pubblicata sul sito della Regione, troviamo tanti ex illustri. I "pesi massimi" della lista, con un assegno da 54.936,96 euro lordi l'anno sono l'ex presidente regionale, tra il '90 e il '93, Rodolfo Giampaoli, Alfio Bassotti (consigliere e assessore regionale Dc negli anni '80), Pietro Marcolini (attuale presidente dell'Istao, già consigliere e assessore regionale con Spacca) e Lidio Rocchi (ex assessore e consigliere socialista negli anni '90). 

Non tutte sono dirette. Ce ne sono 36 che vanno a parenti ed eredi. «Cifre impressionanti - tuonano i pentastellati - soprattutto considerando che vanno a sommarsi alle pensioni di base, di solito già abbastanza sostanziose. Per incassarla basta semplicemente una consiliatura di 5 anni e poi attendere di aver compiuto 60 anni. Senza parlare poi dell’assurda reversibilità a favore dei discendenti. Il Movimento 5 Stelle si è sempre battuto duramente per abolire i privilegi della politica. Dopo aver eliminato i vitalizi alla Camera e al Senato, abbiamo previsto in legge di bilancio un meccanismo di blocco dei trasferimenti statali destinati a questo spreco, nel caso in cui le regioni non dovessero rimodulare e tagliare i vitalizi agli ex consiglieri. I soldi, ci riferiamo in particolare alla quota della Regione, appartengono alla comunità e dovrebbero essere usati per aiutare a rilanciare una regione in piena difficoltà economica e sociale, per strade, scuole, ospedali, trasporti, per il terremoto, il dissesto idrogeologico. Visto che per tutti i cittadini italiani vige ormai il sistema contributivo, la politica ha il dovere di applicare lo stesso principio alla propria previdenza sociale. È una questione di equità. Stiamo riportando la politica a non essere quella delle poltrone, dei privilegi e delle posizioni di potere ma a quella fatta di passione e spirito di servizio». 

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