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Ancona. Ciccioli (FDI): «La violenza contro le donne: occorrono risposte politiche e culturali»

Il pensiero di Carlo Ciccioli che interviene rispetto ai tragici fatti di Fano

ANCONA – “Tredici femminicidi nelle Marche negli ultimi 5 anni, una scia di sangue impressionante che non può essere spiegata in modo semplicistico e alla quale va data una risposta  politica e culturale, anche transculturale per quanto riguarda altre etnie, non girarsi dall’altra parte o far finta che si tratti semplicemente di gesti individuali e personali. C’è molto altro”. Questo il pensiero di Carlo Ciccioli che interviene da psichiatra più che da politico, nello specifico Capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia, rispetto ai tragici fatti di Fano.

“Nelle Marche: omicidio di Fano, prima della mamma 41enne di Osimo Ilaria Maiorano Maria, Teresa Maurella a San Benedetto del Tronto e Nataliya Kyrychok di 61 anni a Pesaro, solo per citare i più recenti. Del resto, i numeri sono indicatori del fenomeno. Sono 663 le donne marchigiane che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza delle Marche nel 2021, +180 rispetto al 2020. Delle donne che si sono rivolte ai CAV marchigiani 489 sono italiane, 174 straniere e la fascia d’età più esposta è quella che va dai 30 ai 50 anni, donne adulte in maggioranza coniugate o unite civilmente e proprio, quasi nei due terzi dei casi, entro le mura domestiche si sviluppa la maggioranza delle violenze. Occorre, quindi, dare una risposta politica e culturale. Politica in quanto occorre tornare a investire risorse nella sanità anche verso strutture importanti quali i consultori familiari, i servizi tutelari e sociali, e così magari scorgere, prima che sia troppo tardi, quei segnali di sofferenza che possono spesso preludere a gesti estremi. Culturale per far capire il messaggio che non si è pazzi o squilibrati se ci si rivolge a medici specializzati nei disturbi della mente. Anzi, il contrario. Si tende una mano che certamente sarà raccolta. Mi auguro – conclude Ciccioli – che si possa aprire un dibattito serio e costruttivo con tutti gli operatori del settore, le forze dell’ordine, le istituzioni e i soggetti che hanno responsabilità perché, oltre al lato giudiziario, occorre pensare molto a quello sociale e di prevenzione. Ho voluto sentire Marianna Sabatini di Urbino, colpita dall’ex marito con 12 coltellate, ma fortunatamente riuscita a sopravvivere, dopo ben 12 interventi chirurgici di ricostruzione, e avere giustizia; mi ha colpito ciò che mi ha detto. ‘Io sono una donna che per fortuna lo può raccontare ciò che ha subito’. Certamente poche parole che racchiudono sofferenza, ma anche speranza”. 

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