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Il Vento di Adriano: Spacca, Maroni e D'Alfonso per la Macroregione e Expo 2015

Spacca ha voluto sottolineare che quando si parla di Macroregione Adriatico Ionica vale la regola dei tre no: no a nuove regolamentazioni, no a nuovi organi, no a nuove risorse

“Trasformare la Macroregione Adriatico Ionica in uno spazio europeo di integrazione e far soffiare forte il vento di Adriano Olivetti, ma anche il vento di Adrion, del mare, dentro Expo2015”. Sono queste secondo il presidente della Regione Gian Mario Spacca  le coordinate ideali entro le quali le Marche si stanno muovendo per dare un contributo alla buona riuscita dell’Expo che prenderà avvio nel 2015 a Milano. Lo ha affermato oggi nel corso del suo intervento al Forum della Macroregione Adriatico Ionica organizzato dalla Regione Marche e Lombardia in collaborazione con l’Expo alla Loggia dei Mercanti di Ancona. Tra i relatori del convegno anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso.
“Il vento di Adriano Olivetti che nel territorio marchigiano per decenni ha alimentato menti e progetti e ha dato prospettiva alle visioni di sviluppo – ha detto Spacca -  , possiede ancora oggi un’energia propulsiva dalla quale trarre quella forza tanto necessaria per provare a navigare nelle acque incognite della metamorfosi dei sistemi socioeconomici territoriali attuali”.

Spacca ha voluto sottolineare che quando si parla di Macroregione Adriatico Ionica vale la regola dei tre no: no a nuove regolamentazioni, no a nuovi organi, no a nuove risorse. Le Macroregioni "funzionano" attraverso la governance multilivello, ovvero gli attuali soggetti istituzionali, gli Stati e le Regioni. Ad essi spetta ora definire i progetti che si appoggiano sia ai fondi strutturali, che hanno una priorità rispetto alla loro utilizzazione, sia ai fondi specifici di ognuno dei 4 pilastri che definiscono la strategia macroregionale (vedi scheda tecnica). ‪

"Anche l'Expo di Milano - ha proseguito Spacca - sarà uno dei momenti che caratterizzerà la nostra vita di comunità nei prossimo mesi, una speranza per la rinascita del nostro paese. Come Regione crediamo moltissimo all'Expo e parteciperemo con un'area Marche nel padiglione Italia e una location in zona Brera concessa dalla Elica per le attività di business degli imprenditori. Inoltre nelle Marche, agli snodi dell'autostrada, ci saranno altri cinque spazi dedicati ai nostri cluster: agroalimentare a San Benedetto del Tronto, fashion a Fermo, edilizia e contract a Macerata, meccanica ad Ancona e mobile a Pesaro. All'Expo inoltre si terrà un Forum della Macroregione Adriatico Ionica con gli otto Paesi che aderiscono. La Mrai  è ormai arrivata a conclusione. Il 24 ottobre il Consiglio Europeo approverà definitivamente la strategia. E’ la prima volta che l'Europa  si preoccupa del suo sud per questo l'evento è particolarmente importante: si concretizza un percorso di crescita e sviluppo. Per lungo tempo  l'Europa è stata “germanocentrica” e si è costruita intorno alla macroregione baltica. Adesso l'attenzione è al Mediterraneo  e al fianco sud est, la parte più debole con la Grecia e i Balcani. La strategia Mrai fa in modo che un mare che è stato il proseguimento del muro di Berlino, una sorta di cortina di ferro, diventi spazio comune. La nostra responsabilità morale è favorire il dialogo con i paesi dell'altra sponda perché sono alla ricerca della loro via di sviluppo e con loro possiamo condividere la nostra esperienza su principi di libertà e coesione sociale, elementi caratterizzante dei nostri territori. Non è un caso – ha concluso Spacca - che uno dei principali progetti sia la creazione di una scuola per alimentare un capitale umano e intellettuale grado di sostenere questo processo in un’area di pace, prosperità e sviluppo nel rispetto dell’ambiente”.

IL CONTRIBUTO DELLE MARCHE: IL CAPITALISMO DOLCE. Nel corso della giornata sono state approfondite attraverso il rapporto realizzato dall'Aaster  le singole realtà delle regioni italiane che aderiscono alla Macroregione AI. Per quanto riguarda le Marche in particolare è stato approfondito il fenomeno del suo “capitalismo dolce”. Le Marche della manifattura in metamorfosi hanno saputo rigenerarsi a partire dalla consapevolezza che a un nuovo modello di sviluppo corrispondono la centralità del capitale umano, una maggiore e migliore abilità nel governo delle dinamiche legate alla conoscenza e all’internazionalizzazione. Così la cultura è diventata centrale come elemento fondativo, vantaggio competitivo, come risorsa e presupposto per concepire e realizzare oggetti e progetti coerenti con la domanda. Con questa strategia le Marche delle comunità e delle imprese stanno attraversando il territorio insidioso della transizione, e lo fanno con l’accompagnamento dell’Istituzione regionale che, in questa crisi epocale, ha compreso per prima quanto, più che i sussidi, potranno essere i processi dal basso i veri agenti del cambiamento e della modernizzazione a venire fondata su uno sviluppo a traino culturale. Questa è la visione strategica, anticipazione per ciò che sarà ma non è ancora, rigenerazione per ciò che è stato e potrà continuare ad essere. In questo senso il Distretto Culturale Evoluto, il programma attivato dalla Regione Marche, rappresenta un’innovazione strategica essenziale della governance rispetto ai livelli alle modalità di conduzione dei partnenariati, agli attori delle filiere produttive e terziarie, alla responsabilizzazione e alla creazione di una vera piattaforma di sviluppo condiviso dal basso. Una filosofia questa, che è anche quella dell’Expo 2015 per i territori e si identifica con il concetto di “soft power”.

L’EXPO 2015 PER I TERRITORI. L’Expo di Milano sarà il primo grande Expo che incorpora direttamente la riflessione su quella che può essere definita la potenza del limite da intendersi come la capacità di quest’ultimo di innescare processi di innovazione economica, sociale e culturale. Attraverso la filigrana della questione alimentare, a Milano ci si interrogherà sul destino della civiltà e su come l’Italia si pone dentro questo passaggio . Il secondo concetto è poi quello del “soft power” e afferma l’idea che l’Italia possa esprimere un “potere dolce” della qualità e della coesione come paese che ha molto da dire sul tema “nutrire il pianeta e energie per la vita”. Un “potere dolce” che deriva dalle peculiarità territoriali e che dovrebbe esprimersi nella capacità di ascoltare e far riflettere il mondo su questi temi. A formare la griglia di riflessione e rappresentazione sono quattro processi: a. borghi/qualità della vita/turismo; b. agroalimentare/agroindustriale; c. creatività/design/manifattura/tecnologia; d. geocomunità territoriali e coesione sociale in una evoluzione dei territori ove tutto si tiene: agricoltura, manifattura, turismo e coesione di territorio che pure nelle difficoltà delinea welfare community.

L’EXPO 2015 COME LABORATORIO MRAI. L’Expo ha dunque l’ambizione di essere: il motore di una riforma nazionale, di una sorta di ripartenza del Paese che trova la forza di uscire dalla crisi; una vetrina delle eccellenze, ma con una acuta propensione di tutti a chiedere una marcata decentralizzazione fuori dai padiglioni milanesi; una occasione di dibattito sul soft power italiano, sulla collocazione del paese nella nuova geografia politica ed economica globale, sulla sostenibilità come prospettiva culturale e produttiva; una sorta di spazio pubblico di discussione culturale. In questo contesto molti territori e regioni hanno interpretato l’evento come occasione per rappresentarsi secondo logiche di area vasta proponendo assi tematici trasversali ai territori dalle problematiche comuni della dorsale appenninica alla piattaforma alpina fino ai temi delle reti trasversali tra le politiche agricole regionali o gli usi della risorsa idrica o del paesaggio. Ma la potenziale eredità più rilevante si potrà produrre sul fronte dell’allargamento del sistema delle relazioni internazionali. In un mondo che ormai da qualche lustro si caratterizza per l’affermarsi di mercati sempre più interconnessi e globali e di migrazioni e intrecci culturali, la questione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile deve essere affrontata allargando la sfera degli scambi. La definizione di uno spazio geopolitico ed economico adriatico che comprenda le regioni italiane e i paesi balcanici ne è un esempio e proprio per questo motivo all’Expo di Milano è previsto un convegno-laboratorio dedicato alla Macroregione Adriatico Ionica.

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