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Uscita Ovest, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: «Rischio incompiuta»

Per la destra di Ancona lo Stato deve intervenire con una legge speciale per il finanziamento di un'opera indispensabile o non sarà mai realizzata

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

L'uscita autostradale dal porto di Ancona è una necessità inderogabile di cui si parla dagli anni '70 e dal 2001 prevista dal Piano nazionale dei trasporti e della logistica. Da allora ed anche nell'ultimo decennio ancora solo carte. Finalmente dal 2010 il progetto è stato approvato, pur con successive modifiche, ma ancora non è stato aperto alcun cantiere. L'opera, secondo i piani, doveva essere ultimata nel 2020 , ma già si mettono le mani avanti e si parla di 2021, salvo ulteriori proroghe. «L'incontro di giovedì a Roma tra il vice ministro dei trasporti Nencini e il Presidente della Regione Marche Ceriscioli ancora una volta non risolve il problema - ha detto il Portvoce Regionale di FdI-AN Carlo Ciccioli - Perché non basta l'inserimento dell'opera nell'accordo quadro Stato-Regioni; per trovare la soluzione sui fondi pubblici aggiuntivi occorre una vera e propria legge speciale che dia la priorità strategica nazionale al collegamento tra il primo porto dell'Adriatico, Ancona, e la logistica europea. Solo così sarà possibile superare i regolamenti europei e le leggi nazionali sugli appalti, chiedendo una deroga all'Unione Europea come accaduto per altre nazioni. Ogni altra ipotesi è impercorribile e minata da ricorsi e blocco dei lavori: ripetere bandi e procedure comporterebbe altri anni perduti».

«Il porto di Ancona - ha detto Stefano Benvenuti Gostoli, dirigente provinciale FdI-AN - è uno dei pochi italiani in ripresa per il movimento di tir (+8%) e container (+5%) per un totale di 8 milioni e 600 mila tonnellate di merci nel 2015. Il corridoio adriatico ed il mare Mediterraneo sono strategici per l'Italia e per tutto il sud Europa e il porto di Ancona è vincente in questa prospettiva. Migliaia di navi provenienti dai grandi paesi manifatturieri Cina, India e Corea, preferiscono circumnavigare l'Europa e sbarcare le merci nei porti di Rotterdam, Anversa, Amburgo, con aggravio di costi e giornate di navigazione in più, perché il nostro sistema della logistica è inefficiente».

«Bisogna correre ai ripari - dichiara il Portavoce Comunale Fdi-AN Angelo Eliantonio - lo meritano gli abitanti dei quartieri inquinati dalle emissioni degli autocarri, gli anconetani in coda per ore nello snodo di Torrette nell'ora di punta degli sbarchi, gli autotrasportatori e la nostra economia locale e nazionale che necessita di prospettive, il nostro sistema fiscale che con gli sdoganamenti europei incasserebbe solo ad Ancona decine di milioni di euro in più l'anno per i diritti di ingresso (il 20% rimane alla regione frontaliera, il resto allo stato)».

«Occorre una soluzione politica forte contrattata con l'Europa - ha concluso Fabrizio Del Gobbo, dirigente nazionale FdI-AN, lo dicevamo sei mesi fa anticipando ciò che si è evidenziato ora, lo diciamo oggi con ancora più convinzione: occorre battere forte i pugni in Europa ed attivare una procedura amministrativa d'emergenza, in stato di necessità, una legge speciale che superi ogni ulteriore ostacolo al finanziamento parziale dell'opera, da parte dello Stato, in tempo di crisi economica, che altrimenti dai privati non sarebbe mai realizzata. Cioè l'ennesima incompiuta».

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