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Unioni gay, è polemica sul voto in Commissione: Milani risponde a Berardinelli

Il consigliere comunale Daniele Berardinelli (FI) polemizza dopo il via libera della delibera sulle unioni gay e parla di "bocciatura" della delibera in Commissione, ma lo smentisce il presidente del consiglio Milani

Il consigliere comunale Daniele Berardinelli (FI) polemizza dopo il via libera della delibera sulle unioni gay da parte della Commissione Affari sociali, denunciando la falsità di chi ha parlato di “approvazione”. Il motivo? Per il forzista non si può parlare di “approvazione” della delibera perché la partita dei voti è finita in parità dopo 3 voti a favore, 3 contrari e l’astensione finale della presidente Gabriella Tripoli. Il consigliere di centrodestra cita il regolamento del Consiglio Comunale per cui “gli atti esaminati sono approvati quando riportano il voto favorevole della maggioranza dei votanti”. Dunque non ci sono dubbi per Barardinelli: «La mozione è stata quindi irrimediabilmente bocciata dalla Commissione anche se ciò non impedisce che possa lo stesso essere approvata in Consiglio».

Ma come bocciata? Se è vero che la parità non corrisponde ad un’approvazione, sarà altrettanto vero che la stessa parità non possa corrispondere ad una bocciatura. E infatti ecco che arriva la risposta del presidente del consiglio comunale Marcello Milani, garante del voto, che spiega: «La proposta mozione, dal punto di vista formale, non è approvata né respinta e può, se il relatore lo ritiene, considerando la competenza della Commissione esclusivamente consultiva, essere ripresentata in una seduta successiva». Inoltre non si può parlare ci bocciatura anche per un altro motivo. Cioè che la stessa Tripoli, di fronte a un pareggio e con il ruolo di ago della bilancia, se avesse voluto affossare la delibera e quindi bocciarla, avrebbe votato contro. E non lo ha fatto. «Ritengo utile che si faccia una discussione in tema di riconoscimento delle unioni di sesso diverso per cui non me la sono sentita di bocciare - ha dichiarato la Tripoli - Ma nello stesso tempo sono consapevole che un pronunciamento favorevole del consiglio non avrebbe effetti giuridici perché le unioni gay non trovano normativa nazionale e quindi non ho nemmeno votato a favore».

Sulla questione anche il consigliere Italo D’Angelo (La tua Ancona), che sostanzialmente rimarca quanto detto dal presidente Milani e poi spiega il perchè del suo voto contrario: « Il No del mio Gruppo è  motivato dalla non condivisione dell'espressione matrimonio che  per SEL Bene Comune è  attribuibile ad unione tra soggetti dello stesso sesso, mentre per noi il matrimonio è riferibile  solo all'unione  tra un uomo ed una donna ed alla base c'è il principio  irrinunciabile della famiglia, prima cellula della società naturale  e dello Stato, così come recita la nostra Costituzione».

Fatto sta che questa delibera adesso approderà in consiglio comunale indipendentemente all'esame della competente Commissione consiliare, il cui parere, va detto per fugare ogni dubbio, resta consultivo. Sarà solo il Consiglio Comunale dare corpo ad una registro delle nozze omosessuali celebrate all’estero. 

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