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Turismo, le linee guida di Inail e Iss. Bilò (Lega): «Imprenditori illusi dalla Regione»

A dichiararlo è Mirko Bilò, responsabile degli enti locali della Lega per la provincia di Ancona

ANCONA – «I recenti protocolli della Regione per regolamentare le riaperture degli stabilimenti balneari, della ristorazione, del turismo e del commercio in generale, hanno lusingato ma hanno anche illuso gli imprenditori. I piani della Regione Marche hanno fatto flop, non sono serviti agli operatori se non per la breve durata di tre giorni e chi aveva già iniziato ad organizzarsi e programmare l’accoglienza, ha dovuto fermarsi nuovamente e non sa più che fare». A dichiararlo è Mirko Bilò, responsabile degli enti locali della Lega per la provincia di Ancona.

Gli operatori marchigiani sono rimasti in mezzo ad un mare di annunci, sperando in decisioni regionali in deroga oppure nel via libera dell’applicazione delle direttive nazionali – continua Bilò – ma purtroppo c’è ancora tanta confusione tra le istituzioni. Tutto è ancora bloccato, viene indicata a gran voce la data del 29 maggio per la apertura degli stabilimenti ma ancora non è chiaro come dovranno essere installate le attrezzature”, sottolinea l’esponente leghista. Questo si riflette negativamente anche sul mercato immobiliare ed alberghiero, strettamente connesse anche con la capacità ricettiva delle spiagge, con le prenotazioni a rischio a causa della impossibilità, da parte degli operatori, di fornire ai turisti notizie certe e garanzie di sicurezza».

“È mancata – insiste Bilò - la sintonia tra Regione con Governo centrale. Le cosiddette “regole” avrebbero dovuto essere oggetto fin da subito di concertazione e coordinamento nazionale, e solo dopo essere deliberate a livello regionale. A questo punto però, per non mettere ulteriormente in difficoltà il turismo regionale, ci auguriamo che non ci sia un braccio di ferro con il Governo e che possano trovare immediata efficacia le disposizioni regionali così come sono state concertate con le categorie di settore. Va anche detto che esistono esempi da cui trarre insegnamento: sarebbe stato utile dare uno sguardo fuori dalle Marche e seguire qualche programma TV per accorgersi delle esperienze messe in pratica in altri Paesi, dove gli imprenditori sono lasciati liberi di organizzare al meglio le loro strutture, con il rispetto delle regole stabilite dalle autorità centrali (distanze minime, sanificazione delle attrezzature, lavaggio delle mani, utilizzo delle mascherine) e dove i controlli sono effettuati per garantire soprattutto la sicurezza delle persone e non per onorare illogici DPCM zeppi di cavilli normativi repressivi. Si pensi quanta virtuosa competizione d’inventiva avrebbero messo in campo gli imprenditori italiani per meglio accogliere nelle proprie strutture i potenziali clienti. La Lega è sempre stata fortemente convinta che la soluzione migliore sarebbe lasciare le imprese libere di organizzare le proprie strutture, nel massimo rispetto delle disposizioni di sicurezza ed evitare inutili rebus interpretativi sia da parte sia degli operatori che dei turisti. Ora ci resta solo il sogno di un bella “estate italiana».

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