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Tombolini: “Se non è Natale, i poveri li possiamo mandare tranquillamente altrove”

“I problemi, come sempre accade, vengono a forza di chiacchiere fatte a pezzi, come i ragionamenti, e dietro non c’è mai qualcuno che provi a fare sintesi, se non quella che porta a dire: ‘spostiamo il problema altrove!’”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

La politica delle chiacchiere da bar, sta prendendo piede a causa dell’incapacità di parlare d’altro; demerito questo di chi la città la comanda!

E così, nel momento in cui Ancona non sa più che fare, vuoi perché viviamo schiavi dello slogan “mancano i soldi”,  vuoi perché le Idee sono a “Zero”, si riprende a parlare con il linguaggio del minimalismo da spiaggia.

Con la Pasqua già da un po’ dietro le spalle e con il Natale ancora molto lontano è lecito dimenticare le cene organizzate in Piazza Pertini per passare un “Capodanno solidale” pensando di mandare altrove chi invece qualche mese fa era degno di dividere il pane con il Sindaco, tutta la Giunta e molti notabili della città sotto il tendone appositamente allestito.

All’improvviso, in piena sindrome da “vuoto creativo” mescolato con un pizzico di “delirio di onnipotenza”, qualcuno pensa di aver il diritto di dire ad altri, che volontariamente si adoperano in ciò che li appassiona, o meglio si impegnano ogni giorno da 60 anni a spendere le proprie energie, il proprio tempo e tante risorse in un servizio disinteressato verso chi ha bisogno, di andare altrove.

La Palombella è il posto più scontato, degrado al degrado, problemi su problemi e la questione è risolta; qualcuno degli “illuminati” avrà addirittura pensato di trasferire gli utenti della Mensa a Falconara, dove già è presente la Tenda di Abramo.

E così l’oggetto del vanto Natalizio in chiave solidale, il cui sol pensiero ogni anno ci fa sentire tutti più buoni, dove  addirittura la Presidente della Camera On. Boldrini a Pasqua 2013 aveva ritenuto di dover trascorrere qualche attimo e per cui l’Amministrazione Comunale nel 2008 aveva affisso una targa di merito all’inizio della pubblica Via, nel periodo “clou” dei ragionamenti in chiave di “valorizzazione turistica” diventa il limite allo sviluppo turistico del capoluogo di Regione.

I problemi, come sempre accade, vengono a forza di chiacchiere fatte a pezzi, come i ragionamenti, e dietro non c’è mai qualcuno che provi a fare sintesi, se non quella che porta a dire: “spostiamo il problema altrove!”

Qualche commerciante si accoda affinché gli utenti della Mensa del Povero se ne vadano altrove, dimenticando che la ruota gira e pochi mesi fa erano i residenti a voler “scacciare” i commercianti rumorosi di Piazza del Papa verso altri lidi; le chiacchiere però continueranno ad andare a ruota libera, perché il ragionamento non trova riscontri progettuali né procedurali.

Il PD, con l’astensione, si è ben guardato, come Ponzio Pilato, di prendere parte al ragionamento, ma è lo stesso Partito che mille volte ha dato encomi al servizio solidale, ha affisso targhe, ha organizzato cene per promuovere la propria attenzione verso l’impegno sociale, eppure se ne è “lavato le mani”.

Ed ora qualcuno si aspetterà che alla fine di questo breve ragionamento arrivi da noi una scappatoia, ma credo che le soluzioni debbano venire soprattutto dall’analisi delle criticità e dal confronto che porta alle proposte condivise.

Del resto l’analisi è presto fatta: la Mensa è piccola ma è un capitale umano, mobiliare ed immobiliare che viene liberamente donato a chi vive in uno stato di necessità, non si può pensare di trattarlo come un problema da spostare, ma va compreso il disagio di chi ci opera e degli utenti stessi e il tutto va affrontato con i mezzi che l’Amministrazione Comunale possiede, visto che parliamo di un servizio che riguarda la collettività; non si può imporre le proprie decisioni a chi gratuitamente offre un servizio, senza consultarli e renderli partecipi di una decisione che dovrebbe essere la più condivisa, soprattutto da chi volontariamente, tutti i giorni, dona il proprio tempo per gli altri; comprendiamo infatti che i disagi ci sono, ma non possiamo dimenticarci del riconoscimento che la città tutta ha fatto affiggere sul muro della Via.

Infondo, anche se oggi all’improvviso Ancona si riscopre inospitale perla turistica e gli utenti della Mensa vengo ritenuti poco idonei all’immagine “accogliente” del Capoluogo, forse molti di noi vorremmo che la città fosse riconosciuta come un “gioiello” che brilla di solidarietà verso tutti.

Stefano Tombolini (sessantacento)

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