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Terzo mandato, si riaprono i giochi: «Un assessore lo può fare»

Semaforo verde per Rossi, Astolfi e Mondaini. Il responso del segretario comunale: la norma dello Statuto comunale è anticostituzionale

La norma dello Statuto comunale che vieta il terzo mandato agli assessori va contro la Costituzione Italiana che affida gli enti locali alla disciplina dello Stato. Non va presa in considerazione, insomma, e questo riapre una partita, quella del varo della giunta guidata dal sindaco Stefania Signorini che sembrava quasi conclusa. Quasi perché, fuori Matteo Astolfi e Raimondo Mondaini, nominati da Brandoni dal 2008, forse anche a Clemente Rossi entrato nel 2011 (legato a un responso chiesto al Prefetto sulla durata effettiva del mandato, pieno o inferiore ai due anni, sei mesi e un giorno come avviene per il terzo dei sindaci), la quadra sembrava essere stata trovata. Con Goffredo Brandoni alla Sicurezza, Yasmin Al Diry al Welfare, Valentina Barchiesi a Lavori Pubblici e Ambiente, in pole per il Bilancio c’era Marco Giacanella. Ultima casella da occupare Rossi o Caterina Serpilli di Direzione Domani in attesa del responso chiesto espressamente alla Prefettura per il fatto che il primo aveva svolto il ruolo di assessore per due anni e quattro mesi nel Brandoni I, meno dei due anni, sei mesi e un giorno sotto i quali anche un sindaco che non si è dimesso può avviare il terzo mandato. Nel primo caso Fim avrebbe chiesto la presidenza del consiglio comunale (Matteo Astolfi?).

Tutto da rifare dopo il precedente normativo cercato e trovato dal segretario comunale. Partendo dal fatto che Matteo Astolfi è comunque pronto al passo indietro in favore della Al Diry, Mondaini è il super esperto Mister Conti che ha guidato il Comune al risanamento. Difficile fare a meno di lui. Rossi all’Urbanistica ha ancora aperte partite fondamentali come l’approvazione del Centro Storico e il recupero dell’ex Montedison. Con entrambi salterebbero Giacanella e la Serpilli. Chiaro però che che se da una parte ci si sente portati ad affidarsi alla sicurezza dell’esperienza è altrettanto vero che viene meno, almeno in parte, l’intenzione di Stefania Signorini di avviare un rinnovamento anche nell’esecutivo. Soprattutto lei non ci sta a passare per una controfigura di Brandoni. Secondo, la vittoria risicata contro il centrosinistra unito di Marco Luchetti ha fatto riflettere i più sul fatto che occorre proseguire con il lavoro ma aumentando l’azione su alcuni punti chiave come l’ambiente e dialogo con i cittadini. Altri punti, allargare la base e rinnovamento che poteva iniziare con una tinteggiata di novità in sala giunta almeno per 3/5 o addirittura 4/5 (il solo Brandoni) per avviare una nuova classe dirigente con alle spalle l’aiuto dei più esperti. Se non sarà da subito ci si potrà comunque arrivare con il consueto rimpasto di metà mandato anche per dare alle new entry il tempo di ambientarsi e prendere dimestichezza con l’amministrazione.

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