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Terremoto, stato di emergenza per le Marche. Biancani (Pd): «Avevamo sollecitato la Regione, meglio tardi che mai»

Commenta così il vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche Andrea Biancani (Pd) che insieme alla Consigliera Micaela Vitri, a tutto il gruppo Pd, 5 Stelle e Rinasci Marche aveva presentato una mozione urgente sul sisma

ANCONA - «Già l'11 novembre, due giorni dopo la prima scossa, avevamo sollecitato la Regione affinché chiedesse lo stato di emergenza al governo nazionale, così da avere i fondi per le spese immediate (costi per evacuazioni, alloggi temporanei, trasferimenti delle scuole, messe in sicurezza temporanee) e per risarcire i danni subiti da famiglie, imprese, Comuni e Province, ma la maggioranza aveva risposto che il sisma non era una priorità». Commenta così il vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche Andrea Biancani (Pd) che insieme alla Consigliera Micaela Vitri, a tutto il gruppo Pd, 5 Stelle e Rinasci Marche aveva presentato una mozione urgente sul sisma, il cui voto era stato rimandato dalla maggioranza nell'ultimo consiglio. «Ora, finalmente, dopo 11 giorni, Acquaroli ha scritto a Roma per chiedere lo stato di emergenza. Un atto dovuto- continua Biancani- presentato con un incomprensibile ritardo visto che ancora continuano le scosse e che le caratteristiche per chiedere lo stato di emergenza c'erano tutte fin da subito». Quindi rimarca che «si sta procedendo alla conta dei danni al patrimonio pubblico e privato, in alcuni Comuni attualmente rimangono chiusi alcuni edifici per lesioni che ne pregiudicano l'agibilità. Inoltre sono in corso numerose verifiche a strutture private (abitazioni, capannoni, esercizi commerciali, ecc.) e, a seguito di accertamenti, alcune famiglie sono state evacuate in vari Comuni tra cui Pesaro, Fano, Ancona e Osimo». E, spiega, «per giustificare il rinvio della nostra richiesta i Consiglieri di maggioranza della Regione avevano dichiarato che prima di procede serviva una stima precisa dei danni, questo non era affatto vero, anche perché le verifiche e le certificazioni da fare in stato di emergenza sono diverse da quelle che si fanno normalmente, ed infatti, dopo solo quattro giorni dal rinvio, la Regione ha presentato la domanda»

«Il ritardo nella richiesta rimane quindi ingiustificabile- precisa e rimarca-. Avremmo potuto votare la nostra proposta in Consiglio già lo scorso giovedì, con una votazione che avrebbe solo dato più forza al Presidente della Regione nella richiesta dello stato d'emergenza in quanto sarebbe stata condivisa dall'intero Consiglio Regionale. Invece si è rimandato il voto, perdendo giorni importanti per poter procedere ai sopralluoghi e alle certificazioni specifiche di quando viene dichiarato lo stato di emergenza, necessarie a ottenere poi i fondi statali». Per Biancani la «responsabilità principale è dei Consiglieri di maggioranza che giovedì avevano dichiarato che non c'era emergenza e il sisma non era prioritario. Dichiarazioni sbagliate che, alla fine, sono state smentite dai fatti e da Acquaroli stesso, che ha, giustamente, presentato la richiesta dello stato di emergenza quattro giorni dopo. Una richiesta che è la dimostrazione che avevamo ragione fin dall'inizio e che si è solo perso tempo per colpa di una polemica politica strumentale voluta dalla maggioranza, che sarebbe stato meglio evitare per rispetto delle persone colpite». Adesso vicepresidente del Consiglio regionale si augura che «il riconoscimento dello stato di emergenza da parte del Governo nazionale avvenga in tempi rapidi e che vengano stanziati fondi adeguati. Grazie ai fondi dello stato di emergenza sarà finalmente possibile dare riposte ai cittadini costretti a lasciare le proprie case, predisporre interventi per risistemare le scuole e le chiese ancora chiuse, le aziende ferme perché non in sicurezza, e infine ripristinare i tantissimi edifici pubblici lesionati».

Fino ad ora, sottolinea il dem, «a causa del ritardo regionale, sono stati i cittadini direttamente colpiti e i Comuni a sostenere le spese immediate, sia per dare un tetto a chi non può stare in una casa pericolante, sia per ricollocare servizi, scuole e uffici in edifici diversi, o anche per transennare una via o una parete a rischio. Speriamo che da Roma arrivino sostegni immediati a copertura di queste spese e di quelle future». Comunque, conclude Biancani, «siamo comunque felici che, alla fine, la Regione ci abbia ascoltato, chiedendo, seppure con quasi due settimane di ritardo dalla prima scossa, la dichiarazione dello stato di emergenza. Intanto è molto positiva la notizia che il governo ha previsto 400 milioni di euro per i territori e i cittadini colpiti dall'alluvione. È importante che queste somme vengano date in tempi rapidi. Ad oggi, nonostante gli annunci, i cittadini e le imprese non hanno visto un euro»

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