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Acquedotto Pescara del Tronto, Terzoni: «A pagare non possono essere i cittadini»

«Vogliamo scongiurare che i cittadini, in molti casi fiaccati da otto mesi di vita da sfollati, si possano ritrovare un bello scherzetto in bolletta»

«L’acquedotto di Pescara del Tronto, struttura che rifornisce un bacino d’utenza di circa 200 mila persone, come è noto a tutti è stato danneggiato pesantemente dalla terribile scossa dello scorso agosto e dalle tante che si sono susseguite a fine 2016. Da mesi viaggia a scartamento ridotto e a un quarto della sua portata, in quanto una delle due condutture è inutilizzabile per via dei danni: una situazione che segnalammo in Parlamento con un’interrogazione a mia firma già lo scorso settembre e che più volte ho avuto modo di ricordare a colleghi della maggioranza e a membri della struttura commissariale per il sisma». Così Patrizia Terzoni, portavoce presso la Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle.

«La Ciip, la spa a capitale pubblico che gestisce nelle marche il servizio idrico - continua la Terzoni - ha anticipato gli 800 mila euro necessari al ripristino pieno dell’acquedotto, onde evitare sgradite sorprese in vista della stagione estiva. Scelta saggia, ma ci viene da dire all’esecutivo “patti chiari e amicizia lunga”: quei soldi vanno rimborsati alla società. Vogliamo scongiurare che i cittadini, in molti casi fiaccati da otto mesi di vita da sfollati, si possano ritrovare un bello scherzetto in bolletta. Non sarebbe la prima volta, ma nel caso di quell’area delle Marche non potremmo accettarlo. Ho deciso di riportare il caso in Parlamento con un’interrogazione, alla quale chiediamo una risposta tempestiva: nei territori interessati dagli eventi sismici di errori ne sono già stati commessi molti. Aggiungerne altri sarebbe diabolico».

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