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Terremoto Centro Italia, 70 sindaci marchigiani del cratere in assemblea

Circa 70 i sindaci marchigiani e alcuni assenti hanno giustificato la mancata presenza, per una «assemblea molto importante e significativa che conferma l’unità dei sindaci del cratere»

«Non vogliamo più essere vittime di burocrati e per sbloccare davvero una situazione insostenibile occorre un’interlocuzione che valorizzi il contributo finora spesso non ascoltato che viene dai sindaci». Parlano ad una voce sola, quella del coordinatore nazionale Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche, i sindaci del cratere delle 4 regioni terremotate Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio che si sono dati appuntamento a Roma. Circa 70 i sindaci marchigiani e alcuni assenti hanno giustificato la mancata presenza, per una «assemblea molto importante e significativa che conferma l’unità dei sindaci del cratere».

Nell’incontro alla presenza del vice ministro Onorevole Vito Crimi e con la partecipazione anche del Presidente dell’Anci Decaro e del Consiglio Nazionale dell’Anci Enzo Bianco, il confronto è stato franco con momenti di inevitabile tensione. Abbiamo illustrato i contenuti del DL 123/19 “Disposizioni urgenti per l’accelerazione ed il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici” convertito in Legge 156 del 12 dicembre 2019 individuando alcune soluzioni ineludibili per la semplificazione nella ricostruzione pubblica e privata. Tra le necessità emerse c’è quella di creare un testo unico che riassuma tutte le norme. “Occorre fare presto perché attraverso i decreti attuativi dovremo andare a risolvere temi determinanti e anche più vitali di quelli contenuti nel testo di legge approvato. Diversamente si rischia di vanificare invece il lavoro dell’Anci mentre siamo convinti che se le nostre istanze fossero state già recepite avremmo risolto gran parte dei problemi burocratici con i quali ancora ci troviamo a dover fare i conti, come il caso delle macerie di questi giorni».

Dall’assemblea esce una compagine di sindaci del centro Italia anche più unita. «Le fughe in avanti non servono. Il problema è politico e uniti abbiamo la capacità di risolverlo perché con il Governo l’interlocuzione è aperta come ha ribadito anche lo stesso On. Crimi». 

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