Tecnologia 5G, i Verdi: «Il Governo impedisce ai sindaci di tutelare la salute dei cittadini»
La sezione anconetana del partito esprime forte preoccupazione: «Ritiriamo la nostra mozione, il Comune almeno aggiorni il Piano delle Antenne»
«E’ molto grave che il Governo impedisca ai sindaci di tutelare la salute dei cittadini». Lo sostengono i Verdi, in merito alla diffusione della tecnologia 5G. «Il “Decreto legge semplificazioni” ha introdotto una norma, in sede di conversione da parte del Parlamento italiano, che di fatto rende inefficaci le ordinanze emanate dai quei sindaci che, nello spirito di prevenire rischi e tutelare la salute dei cittadini, si erano attivati per sospendere la sperimentazione del 5G, in ottemperanza al “principio di precauzione e dell’azione preventiva” su cui si fonda la politica dell’Unione europea in materia ambientale - spiega Marco Nocchi, portavoce della Federazione Verdi Ancona -. I Comuni potranno soltanto “adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico”.
«La mozione proposta dai Verdi alla maggioranza del Consiglio comunale di Ancona nel febbraio scorso mirava proprio ad ottenere un’ordinanza del sindaco, massima autorità responsabile della salute dei cittadini, che a loro tutela avesse adottato il principio di precauzione rispetto agli eventuali effetti nocivi del 5G, subordinando l’avvio della sperimentazione sul territorio comunale alla disponibilità di dati scientifici certi sul carattere innocuo o quantomeno tollerabile da parte dell’uomo. Con l’emendamento in questione, voluto di fatto dalla maggioranza parlamentare per accelerare l’innovazione digitale minimizzando le possibili conseguenze sulla salute, ai sindaci dei Comuni italiani è stata esclusa la possibilità, precedentemente riconosciuta dall’art. 8 comma 6 della L. 36/2001 di limitare l’installazione di stazioni radio base 5G».
«Riteniamo grave e pericoloso quanto accaduto, e non essendoci le condizioni politiche né, a questo punto, giuridiche, per adottare convintamente il “principio di precauzione”, riteniamo coerente ritirare la nostra mozione, auspicando che l’Anci e le Regioni intervengano sul Governo per ristabilire le prerogative istituzionali dei Comuni a tutela della salute pubblica. Auspichiamo infine che il Comune aggiorni quantomeno il Piano delle Antenne ormai obsoleto, individuando puntualmente le localizzazioni degli impianti, che è nei suoi diritti e doveri. Ci preme sottolineare, al riguardo, il ruolo fondamentale che riveste lo strumento di pianificazione contro le rivendicazioni dei gestori di telefonia: infatti, solo avendo già un Piano Antenne mirato alla tutela della salute dei cittadini si potrà entrare in dialogo con tali gestori, e autorizzare le nuove installazioni di impianti, non subendone le rivendicazioni».