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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Il rimborso della tassa rifiuti slitta al 2019, Berardinelli: «Non vi fidate del sindaco, fate ricorso»

Il consigliere di Forza Italia pronto all'interrogazione in consiglio: «Ministero e Corte dei Conti smentiscono il Comune, chiamo i revisori a vigilare»

Punto primo. Le mancate entrate della Tari non posso essere riscosse  a mo' di conguaglio. Secondo, le stesse possono essere finanziate dalla fiscalità comunale. A parlare sono il Ministero delle Finanze e la Corte dei Conti della Lombardia che riescono in due colpi a ingarbugliare, ce ne fosse il bisogno, una situazione già intricata di suo. Che tocca gli anconetani nella parte più cara: la tasca. Sono circa 16mila gli utenti che hanno pagato Tari in più dal 2014 al 2017 per un errata interpretazione di Palazzo del Popolo nella redazione del regolamento per pagare la tassa dei rifiuti. A questi spetta un rimborso ma la strada del conguaglio per riassestare la voce in entrata – che per la Tari deve essere pari al costo del servizio - indicata inizialmente dal sindaco Valeria Mancinelli su circa 34mila utenze è stata esclusa  dallo Ministero delle Finanze. Sono forse queste le beghe che hanno indotto il sindaco, recentemente intervistato da Etv Marche, a far slittare la data del rimborso dall'inizialmente promesso novembre 2018 (seconda rata 2017) al prossimo anno. Anche perché nel frattempo, seppur la problematica riguardi svariati Comuni italiani, non c'è stata un'indicazione univoca dal Governo nazionale. Tuona dall'opposizione il consigliere di Forza Italia, Daniele Berardinelli. «Dal Comune dicevano tante cose – sbotta – ma la realtà è che non si può andare a chiedere i soldi a chi ha pagato di meno: le risorse per coprire i rimborsi le deve trovare il Comune che ha sbagliato a fare i conti. Hanno ricevuto appena 140 richieste di rimborso? Gli anconetani sono troppo buoni e si sono fidati del sindaco che diceva che avrebbe rimborsato tutto con il secondo conguaglio 2018. Scadenza già slittata». 

Berardinelli, in consiglio comunale, interrogherà domani la giunta per conoscere quando e come sono previsti i rimborsi e da quale data scatta la decorrenza della prescrizione dopo la quale i rimborsi non sono più dovuti. «Un altro aspetto preoccupante – aggiunte  Berardinelli – è che le persone che faranno richiesta di rimborso, senza ricevere risposta entro i 90 giorni, faranno ricorso alla Commissione tributaria provinciale che sicuramente condannerà il Comune: quanto ci costeranno le spese legali? Parliamo di centinaia di migliaia di euro». Il forzista è inoltre intenzionato a segnalare la vicenda al Prefetto di Ancona anche perché «quando si è discusso il bilancio consuntivo 2017 non si sono prese in considerazione queste cifre e gli allora revisori dei conti non hanno evidenziato questo aspetto, nemmeno per valutare accantonare una cifra a garanzia. Ho chiesto di convocare il nuovo collegio dei revisori perché il loro è un lavoro formale: devono entrare nel merito del bilancio. Intanto l'invito che faccio ai cittadini è di inviare la richiesta di rimborso ad Ancona Entrate. C’è un modulo predisposto, reperibile anche sul sito: fate richiesta di rimborso con la dicitura "ERRATO CALCOLO QUOTA VARIABILE TARI 2014, 15, 16, 17". Finché non ci sarà pressione dei cittadini, il Comune non metterà mai i soldi e ci sarà sempre il buco di bilancio che rimarrà lì e si ingigantirà". Penso che abbiamo anche diritto agli interessi».

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