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Emergenza neve, Spacca: “Risorse adeguate o non sarò commissario”

Spacca ha chiesto al presidente Monti un fondo speciale per risarcire la somma urgenza con una dotazione finanziaria pari a quanto speso e documentato per la somma urgenza: 44 milioni di euro

Un fondo speciale nazionale, con una dotazione finanziaria pari a quanto speso e documentato per la somma urgenza: 44 milioni di euro che gli enti locali marchigiani hanno già impegnato per fronteggiare l’emergenza neve. Lo ha proposto il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, nella audizione al Consiglio delle autonomie locali (Cal) dedicata alla calamità che ha devastato le Marche nel febbraio scorso: un vero e proprio “terremoto bianco” che ha causato danni certificati per 960 milioni nel territorio marchigiano. Alla riunione hanno partecipato i senatori e i deputati eletti nelle Marche.

La richiesta è stata formalizzata al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, con una lettera nella quale si richiede un incontro, “affinché venga riconosciuto agli enti locali quanto hanno speso per ripristinare la vita nelle loro comunità”, applicando a questa vicenda i principi di correttezza e trasparenza che ispirano l’attività del Governo, dopo che lo stesso (con il ministro Cancellieri) si era impegnato a coprire la somma urgenza, nel corso di una riunione della Conferenza Stato-Regioni.
La lettera è stata firmata dal presidente Spacca, dal presidente Cal Fabrizio Giuliani e, per i parlamentari, da Remigio Ceroni e Oriano Giovanelli. In mancanza di risorse adeguate, Spacca ha anticipato che non accetterebbe di ricoprire il ruolo di commissario straordinario per le gestione delle risorse nazionali che oggi appaiono, più che scarsissime, insignificanti. Secondo il presidente, “occorre non farsi prendere dall’emotività, ma utilizzare strumenti formali e istituzionali nel confronto con il Governo centrale. Strumenti che richiamino principi di verità e realtà nel rispetto di quanto accaduto e certificato. Sarà un confronto durissimo e lungo, come quello sperimentato durante l’alluvione del Fermano, che ha avuto una durata superiore ai 18 mesi”.

“Il confronto vero è con Roma – ha ribadito Spacca – perché a fronte di 960 milioni di danni certificati solo nelle Marche, lo Stato è disposto a riconoscere 15 milioni e 850 mila euro per tutto il territorio nazionale. Uno stanziamento sul quale ricadono anche le spese sostenute dagli organi dello Stato che hanno operato durante l’emergenza, per cui la somma realmente disponibile è di soli 12 milioni”.
Neanche la strada della fiscalità regionale è percorribile, ha detto il presidente, perché produce poche risorse (solo 3 milioni di euro dalle accise sulla benzina, in occasione dell’alluvione del Fermano) e aggrava le ricadute economiche su famiglie e imprese, in una situazione congiunturale già pesante. “Su questo percorso il contributo e la forza di iniziativa dei parlamentari marchigiani sarà determinante, perché sia riconosciuto alle Marche quello che in caso di calamita è stato riconosciuto alle altre regioni”.








 

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