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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Jesi, Bacci: “In dieci anni la piscina è costata 1.4 milioni di euro”

Il Sindaco: "Se la scelta di allora fosse stata diversa, oggi probabilmente Jesi avrebbe potuto avere una piscina olimpionica. Il nuovo appalto chiude situazione non più sostenibile sotto il profilo economico né sotto quello etico"

“Il Comune di Jesi ha versato in 10 anni circa un milione e 400 mila euro alla Marche Nuoto per la gestione della piscina. E di questi solo una parte (circa 400 mila euro) relativi ai lavori di straordinaria manutenzione effettuati, oltre a 100 mila euro per la costruzione della piscina scoperta”.

Così il sindaco Bacci, che ha dichiarato: “Non erano soldi che potevano essere utilizzati per l'attività sportiva o agonistica (che, come in tutte le discipline, fa capo alla società sportiva e non può essere sostenuta da risorse pubbliche), ma esclusivamente destinati alla gestione dell'impianto, vale a dire permettere a tutti i cittadini che lo volevano di frequentare la piscina.
Se la scelta di allora fosse stata diversa, oggi probabilmente Jesi avrebbe potuto avere una piscina olimpionica.
Il nuovo appalto non poteva che chiudere una situazione non più sostenibile né sotto il profilo economico né sotto quello etico. Attraverso di esso, non solo gli utenti della piscina non avranno aggravi di costi (le attuali tariffe saranno infatti confermate), ma il Comune registrerà, a fronte dei 145 mila euro di spesa del 2013, incassi che cresceranno progressivamente da 10 mila a 20 mila euro nel triennio 2014-2016, per un totale di 45 mila euro.
E questa della piscina è la punta di un iceberg di gestioni di risorse pubbliche utilizzate credo in maniera non oculata. E lo dico con il massimo rispetto della Marche Nuoto. Perché il problema non è l'ente gestore, ma scelte che hanno fortemente condizionato il bilancio comunale.
Siamo intervenuti ed interverremo ancora su tutte le situazioni anomale, spiegando dettagliatamente ai cittadini le spese che si sostenevano in passato e quelle che vi saranno in futuro. Facendo capire come si possono erogare servizi di qualità senza impegnare ingenti risorse pubbliche. Partendo da un presupposto irrinunciabile: non possono essere più tollerate sacche di privilegi, in nessun ambito, sia esso sociale, culturale o sportivo”.

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