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Abbattimento silos, Rubini (AIC): «Spazi siano funzionali alla liberazione del porto antico»

Commenta così Francesco Rubini, capogruppo di Altra Idea di Città, l'abbattimento dei 12 silos Sai nella Darsena Marche

«Dopo anni di lunga attesa l’abbattimento complessivo dei vecchi silos del porto sembra ormai ad un passo dal concludersi. Un fatto importante, non solo per l’area portuale e le sue attività socio economiche, ma anche per la città intera che potrebbe beneficiarne nella sua stessa struttura urbanistica e morfologica nonché in un progetto complessivo di rilancio del porto in chiede socio - culturale». Commenta così Francesco Rubini, capogruppo di Altra Idea di Città, l'abbattimento dei 12 silos Sai nella Darsena Marche. 

«Come movimento politico crediamo infatti che la liberazione degli spazi causata dalla scomparsa dei silos, più di 30000 mq lungo le banchine 19,20 e 21 della darsena Marche, può rappresentare una ghiotta occasione per proseguire il lento, ma meritorio percorso di spostamento delle attività commerciali e traghettistiche dalla zona storica del porto. Dopo la riapertura del porto antico e la sua massiccia frequentazione quotidiania di anconetani e non, è ora di proseguire su questa strada al fine di liberare del tutto l’area antica da qualsiasi traffico merci e passeggeri spostando questi flussi a nord proprio negli spazi che furono dei silos. Un’operazione di questo tipo permetterebbe di riavviare quella non più rinviabile operazione di ricollegamento, fisico e culturale, tra il porto e la città, connettendo di nuovo due corpi che ormai da troppi anni si sentono estranei l’uno all’altro. Affinché questa operazione possa però dirsi del tutto riuscita occorrerà rimettere in discussione il progetto per il banchimento del molo clementino a favore delle grandi navi da crociera totalmente incoerente con qualsiasi idea di riapertura del porto storico alla città e liberazione di quell’area da ingombranti ed incongruenti massicce attività economiche. Infine, ma non per importanza, ci auguriamo che questa occasione possa essere quella giusta per riprendere il percorso necessario ed utile alla rimozione di quelle ignobili reti che da anni ingabbiano inutilmente il nostro amato porto. Uno sviluppo sostenibile del porto in chiave sociale, culturale e turistica non è più rinviabile».

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