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Ballottaggio a Senigallia, Potere al Popolo: «Voteremo scheda bianca»

Il candidato Alessandro Merli: «Non accettiamo ricatti, noi continueremo a lottare per la nostra agenda politica»

Ballottaggio a Senigallia tra Olivetti e Volpini per la carica di sindaco. Potere al Popolo non ci sta ed esce allo scoperto: «Non accettiamo ricatti, voteremo scheda bianca» dice il candidato Alessandro Merli.  

«Come avevamo previsto, il dibattito di questi giorni verso il ballottaggio si sta schiacciando per l’ennesima volta, come in tutta Italia, su una singola questione: il voto utile alla compagine del centrosinistra unito contro il “fascismo” che avanza. Da una parte Olivetti, con in lista due candidati come Bello e Liverani, dall’altra Volpini e il suo “fronte di resistenza antifascista”. Partiamo da un presupposto: io e tutti i candidati nella lista di Potere al Popolo antifascisti lo siamo sempre stati e l’antifascismo lo abbiamo sempre praticato, tanto a livello nazionale quanto locale. Chi mi conosce sa bene che - come ci ha insegnato il presidente Pertini - i fascisti li abbiamo sempre combattuti, che abbiamo combattuto la loro agibilità politica, nelle aule universitarie  e nei quartieri, nei nostri posti di lavori e nelle piazze, nonostante denunce e processi. Fatte queste premesse, esaminiamo il contesto in maniera pragmatica, fuori da ogni posizione ideologica: chi viene oggi a ricattarci, chiedendoci il voto utile per “scongiurare il pericolo fascismo” è quello stesso Pd che ha smantellato la sanità pubblica, ha applicato rigorosamente i diktat di macelleria sociale imposti dall’Unione Europea, precarizzando il mondo del lavoro e privatizzando i servizi essenziali, svendendo i territori e creando sacche di marginalità sociale». 

«Parliamo dello stesso partito della “memoria condivisa”, dell’equiparazione tra nazismo e comunismo al Parlamento Europeo, delle foibe decontestualizzate dalla loro realtà storica. Parliamo del partito di Minniti e degli accordi coi tagliagole libici, del supporto ai macellai neonazisti in Ucraina durante le proteste di Euromaidan, del riconoscimento del golpista Guaidò in Venezuela. Parliamo del partito che, con i suoi tagli all’istruzione e alla sanità pubblica, nega sostanzialmente e inequivocabilmente il diritto allo studio, alla salute, all’assistenza e previdenza sociale. Parliamo del partito che in questi giorni ha dichiarato di voler abrogare Quota 100 e Reddito di Cittadinanza – le uniche due riforme, seppur insufficienti, che rimangono in  controtendenza rispetto alle politiche antipopolari degli ultimi vent’anni. Parliamo di quel partito “democratico” che da anni tenta la distruzione della Costituzione nata dall’antifascismo, con due referendum a distanza di quattro anni che mirano a ridurre gli spazi di rappresentanza dal basso». 

«A chi ci chiede di turarci il naso, di riconoscere le differenze tra Pd locale e nazionale, rispondiamo: quali differenze? Non sono state forse le giunte Spacca e Ceriscioli, di cui Volpini faceva parte come presidente della IV Commissione Sanità, a chiudere 13 ospedali in 10 anni nelle Marche? Non è stato Volpini a dichiarare la necessità di continuare sul modello di sviluppo tracciato dalla Angeloni e da Mangialardi, un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento del lavoro stagionale per garantire profitti solo durante l’alta stagione, basato sui grandi eventi, sull’abbandono delle frazioni e sul disconoscimento dei piccoli commercianti in favore della grande distribuzione organizzata? Non è stato forse Volpini a ricevere l’endorsment da parte di figure di spicco del Pd nazionale come David Sassoli, Roberto Gualtieri e Piero Fassino? Ma quale discontinuità! Se il problema è che in un’eventuale  amministrazione Olivetti sarà data l’agibilità ai fascisti in città, vogliamo darvi una brutta notizia: quell’agibilità ce l’avevano già! O ci siamo già dimenticati degli spazi pubblici concessi a Blocco Studentesco e CasaPound durante gli anni di amministrazione Mangialardi? Se fino ad oggi i fascisti a Senigallia hanno avuto vita difficile, il merito non è di certo da ricercare tra le fila del Pd e della sinistra istituzionale, ma tra tutti quegli attivisti e quelle forze sociali che l’antifascismo lo praticano ogni giorno». 

«Sono perfettamente d’accordo con chi dice che alcuni tra i candidati del centrodestra sarebbero impresentabili in una paese democratico, da chi si complimenta con i suoi amichetti fascisti, a chi vanta i “cognomi pesanti” nella politica cittadina, a chi le cene in onore della marcia su Roma le fa in prima persona. Ma vogliamo imparare bene dalle parole di Bertold Brecht, quando diceva che “Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico”. Beh, noi – magari rischiando di sembrare “senza testa” - , decidiamo di non farci guidare dal nemico, ma di combattere il fascismo in tutte le sue forme, da quello becero e reazionario a quello liberista e antisociale. Per questo al ballottaggio non daremo indicazione né per Volpini né per Olivetti, perché pensiamo che pur cambiando i suonatori, la musica sarà sempre la stessa. Non sarò di certo io a consigliarvi il disco. Da domani ci troverete, come sempre, a lottare per la nostra agenda politica: sanità pubblica, lotta allo sfruttamento stagionale, reinternalizzazione e stabilizzazione del lavoro e dei servizi, gestione politica e pubblica del territorio, di tutto il territorio, non solo della vetrina del centro-città».

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