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Apre la sede di CasaPound e la politica anconetana si divide 

L’apertura della sede di CasaPound divide la politica anconetana, noi abbiamo raccolto le opinioni dei consiglieri comunali dei vari gruppi

Michele Fanesi (PD)

«Siamo Democratici e ci sentiamo eredi di chi ha ricostruito l'Italia dopo i danni del ventennio fascista e della Seconda Guerra Mondiale, siamo rimasti l'unico Partito realmente radicato sul territorio, ad Ancona abbiamo 5 sedi che ospitano i 6 Circoli della città, i quali si riuscono spesso e sono sempre pronti a recepire i bisogni dei nostri concittadini, come si è visto anche dal risultato elettorale di pochi mesi fa. Conosciamo i problemi della nostra città, come amministrazione ci siamo attivati per riqualificare il quartiere degli Archi, ma il "Governo del Popolo" , sostenuto pubblicamente anche dalle dichiarazioni di Di Stefano, ha tagliato i fondi destinati alle periferie. Ecco cosa possono dire a chi verrà a lamentarsi presso la loro sede: il Governo Conte ha tagliato 12 milioni per Ancona previsti dai Governi Renzi e Gentiloni. Sul Piano illustreremo a breve il progetto di riqualificazione del Mercato di Piazza d'Armi, che diventerà un vero centro sociale a cielo aperto, frequentato da mattina a sera. Ci sono state già esperienze precedenti di partiti di estrema destra che hanno aperto la propria sede in quei quartieri, ma le risposte semplici a problemi complessi, ad Ancona, non hanno funzionato. Detto ciò, restiamo con gli occhi vigili, il ritorno al clima nazionalista degli anni '30 del secolo scorso ci spaventa, dalla Storia bisognerebbe imparare a non commettere gli stessi errori».

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