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Sanità, tagli alle guardie mediche: i sindaci prendono una posizione contraria

Serrani (Montemarciano) e Borri (Serra San Quirico) critici sulla soppressione delle postazioni. Ostra Vetere e Ostra trattano con Asur una soluzione condivisa

Tra chi teme perché ha troppi cittadini e chi perché ha un territorio troppo vasto per restare sguarnito, il taglio delle postazioni di guardia medica in provincia mette in apprensione i sindaci. La determina Asur su emergenze e urgenze, con la soppressione di 4 presidi in provincia, trova contrari e critici che si vanno ad aggiungere al fronte caldo degli amministratori anti riforma sanitaria regionale. A Serra San Quirico la questione viene affrontata dal sindaco Tommaso Borri insieme agli altri primi cittadini di Fabriano, Sassoferrato e Cerreto d'Esi, tutti componenti dell'Unione Montana Esino Frasassi. Comuni già sulle barricate per la soppressione del punto nascite di Fabriano e pronti al ricorso al Consiglio di Stato, dopo che il Tar ha dato ragione alla Regione Marche. «Senza guardia medica sarà certamente un problema – dice Borri - Appena un anno fa ci avevano detto che era necessario mantenerla e che avrebbero fatto di tutto. Qui il problema non è il numero dei cittadini ma la conformazione del territorio che conta anche frazioni isolate: non è pensabile contare solo su Fabriano e sull'automedica di Sassoferrato».

A Montemarciano, invece, il problema non è tanto il territorio ma il numero di abitanti. Con la chiusura della guardia medica, il paese, insieme a Monte San Vito, sarebbe servito da Chiaravalle: circa 30mila residenti in tre. «Non siamo per nulla d'accordo – è il commento del sindaco Liana Serrani - È impensabile togliere affidare a una sola guardia medica un territorio così vasto dove tra l'altro ci sono anche una casa di riposo e una dimora protetta. Abbiamo fatto presente la questione in sede di Ambito Sociale: il territorio è stato sottostimato. Siamo convinti che si debba riponderare il tutto altrimenti la situazione si farà critica». Clima meno acceso, ma non per questo meno attento, a Ostra Vetere dove in ballo c'è anche la trattativa con Asur sull'ex rsa, pronta a trasformarsi in Casa della Salute e per accogliere l'ampliamento del centro diurno. «Stiamo trattando con i vertici Asur per arrivare a una soluzione condivisa – spiega Luca Memé, sindaco di Ostra Vetere – un percorso condiviso con il sindaco di Ostra, comune con il quale siamo convenzionati per numerosi servizi. L'ipotesi potrebbe essere quella di avere la guardia medica una settimana a testa».

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