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Politica

Trapianto del rene, tra strutture e politica: «Nelle Marche mai fatto niente di simile»

L’importante traguardo dovrà essere raggiunto con l’ausilio di strutture e politiche mirate sul territorio

ANCONA- Favorire il trapianto di rene da donatore vivente. È la finalità dell'accordo Stato-Regioni che la Giunta regionale ha recepito ieri. Sulla delicata tematica è in atto una vera e propria sensibilizzazione come ha spiegato l’assessore regionale Filippo Saltamartini: «Prima d'ora nelle Marche non era stato fatto praticamente nulla in materia come nel resto d'Italia, le liste di attesa sono lunghe e il trapianto da donatore vivente avrà un carattere aggiuntivo non sostitutivo del trapianto da deceduto. Naturalmente, la premessa fondamentale a far conoscere questa opportunità aggiuntiva per un malato, sono le campagne informative capillari e mirate ai pazienti e alla popolazione in generale».

Tra le modalità previste per incentivare la donazione da vivente: il potenziamento degli ambulatori per la cura della Malattia renale avanzata, operativi nelle Strutture di Nefrologia sul Territorio; la creazione e distribuzione di materiale informativo sul trapianto da donatore vivente da distribuire ai pazienti con malattia renale avanzata negli ambulatori e nei servizi dialisi ; la realizzazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale condiviso con gli enti del Sistema sanitario regionale per uniformare ed accelerare la procedura di valutazione dell'idoneità alla donazione. Attualmente sono circa 140mila i marchigiani che hanno problemi ai reni. I dializzati sono invece 5.743. Allo stato attuale si tratta di una tipologia di trapianto poco utilizzata (un solo trapianto di questo tipo nel 2021 nelle Marche) sia per la complessità di intervento sia per l'esigenza di formazione specifica del personale sanitario. Una complessità che tuttavia si è ridotta nel tempo, perché i progressi hanno fatto sì che si possa operare con una tecnica laparoscopica, che ne riduce disagi e disturbi.

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