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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Falconara Marittima

Il rimpasto "rosa" di Falconara: gli attacchi del Pd, l'entusiasmo della maggioranza

Commenti a caldo di maggioranza e opposizione alle nuove nomine in giunta e consiglio comunale. Il Pd: «Regolamento dei conti interno». La maggioranza: «Normale staffetta»

«Abbiamo due vittime illustri: Giacanella e Rossi. Questo non è un rimpasto fisiologico ma siamo nel pieno della competizione per la successione a Brandoni. Abbiamo la saga di una famiglia allargata Astolfi-Al Diry e dall'altra il gruppo che ruota attorno all'assessore Signorini che ora ha 7 deleghe e la carica di vicesindaco. Complimenti, sindaco». È il commento sarcastico di Franco Federici, capogruppo Pd in consiglio comunale al termine della lettura, da parte dello stesso sindaco, delle nuove deleghe assessorili. Democrat parecchio critici nel corso del consiglio comunale di venerdì 8 aprile, vissuto tra uscite, nuove nomine, valzer di deleghe fino ad arrivare al nuovo assetto, per quanto riguarda la maggioranza, di giunta e consiglio. Yasmin Al Diry è stata eletta presidente del consiglio alla terza votazione con l'opposizione a contrapporgli Andrea Rossi e nonostante l'altro dem, Alessandro Giacchetta avesse espresso, pur senza nominare la Al Diry e il marito Matteo Astolfi, «dubbi sull'opportunità dell'elezione per i rapporti di parentela, visto che il consiglio è organo di controllo della giunta».

Da parte sua la maggioranza ha ribadito la volontà di far girare i ruoli per concedere esperienza a tutti i componenti del gruppo. «Yasmin al Diry è persona capace, diamogli la fiducia. Mal di pancia non esistono. È una normale staffetta» ha sentenziato il capogruppo di Uniti per Falconara, Raimondo Baia. La Al Diry, da parte sua, dopo aver ringraziato il predecessore Giacanella e l'assessore, di lì a poco vicesindaco, Stefania Signorini per averla coinvolta nella politica cittadina, ha promesso all'insediamento di «promuovere l'attività dei consiglieri, favorire l'attività anche congiunta delle commissioni, rendere i cittadini più partecipi e dare maggior accessibilità agli atti pubblici» perché, conclude «il bene di Falconara ci deve vedere uniti». Dichiarazioni a caldo nella serata del rimpasto. Quella di Clemente Rossi, che dà l'addio alla Polizia Municipale ma trova la delega "pesante" dell'Urbanistica: «Interpreto questo nuova e, in parte, rinnovata esperienza come un contributo, anche personale, affinché le intenzioni diventino realtà o, quanto meno , si pongano le basi per programmare e disegnare un futuro per la città e per il territorio che la circonda. Un futuro di sviluppo, di trasformazione di crescita economica, ambientale e culturale". E di Brandoni, che anche alla luce delle due mozioni di sfiducia contro il suo ex vice, tiene a precisare che «questo cambio non deve essere strumentalizzato. Rossi in questi anni è stato sempre presente in ogni situazione, con una disponibilità estrema, per risolvere le varie criticità. Ha svolto degnamente il suo ruolo. Auspico che Stefania Signorini prosegua sulle sue orme».

Di diverso avviso le opposizioni. «La maggioranza – attacca il democrat Rossi - si è data molto da fare per minimizzare la questione motivando con un ricambio già programmato. Le stesse dimissioni per motivi personali prodotte dai vari protagonisti non sono credibili. La realtà è che il sindaco ha dovuto cedere alle pressioni della fronda interna che lo ha messo in difficoltà in questi mesi sulla questione della sicurezza facendo volare gli stracci anche sulla stampa. Con questa decisione i frondisti sono accontentati. Ottengono il ritiro della delega di Clemente Rossi, ma pagano anche la perdita della gestione del personale di Astolfi. Dopo le polemiche su badge e accuse di cameratismo tra gli agenti della Polizia Municipale. infatti, Brandoni ha deciso di avocare a sé sicurezza e personale mandando ai "ribelli" un messaggio chiaro: basta critiche. Non c'è più il parafulmine di Rossi. Chi critica gestione sicurezza d'ora in poi critica direttamente il sindaco. Sarà vera pace o solo l'ennesima tregua armata?».  

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