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Autonomia legislativa, amministrativa e fiscale: il PD fissa l’obiettivo a livello regionale

Le parole del consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti tracciano la strada da seguire nei prossimi mesi

ANCONA- «La giunta regionale intende proseguire con il percorso istituzionale già avviato dalla precedente Amministrazione per il riconoscimento di una maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale della Regione Marche? E se sì, quali iniziative saranno assunte?».

A chiederlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, che sulla questione ha depositato un’interrogazione al presidente Acquaroli sottoscritta dall’intero gruppo dem. La questione è tornata prepotentemente al centro del dibattito nazionale dopo che, lo scorso 9 maggio, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie ha annunciato l’impegno del governo per una legge quadro volta a completare il percorso di autonomia differenziata e rendere più efficiente, trasparente ed economica la Pubblica amministrazione.

«Non vorrei - spiega Cesetti - che il centrodestra stia sottovalutando un tema strategico per il futuro delle Marche. Con la giunta Ceriscioli avviammo nel 2018 un percorso con il governo nazionale finalizzato al riconoscimento di una maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale come previsto dall’articolo 116 della Costituzione e, del resto, come intrapreso dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. L’articolo 116, infatti, consente alle Regioni a statuto ordinario di acquisire maggiori condizioni di autonomia per l’attuazione del regionalismo differenziato, che ha lo scopo di farle operare meglio in ambiti fondamentali per la crescita e sviluppo del territorio aumentando la capacità di risposta dell’azione pubblica alle esigenze di cittadini, imprese e altre realtà sociali. In particolare, il documento che la giunta Ceriscioli approvò nel 2018, prevede per la Regione Marche una maggiore autonomia di intervento in ambiti fondamentali come l’internazionalizzazione delle imprese, la ricerca scientifica e tecnologica, il sostegno all’innovazione, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione tecnica e professionale, la rigenerazione urbana, l’ambiente, le infrastrutture, la tutela della salute, la protezione civile, la tutela paesaggistica e dei beni culturali, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, nonché l’attuazione del diritto dell’Unione europea. Quando iniziammo quel percorso - conclude Cesetti - la Regione Marche poteva vantare una virtuosità amministrativa e finanziaria che la rendevano una realtà matura per sperimentare forme e condizioni particolari di autonomia. Se oggi queste condizioni permangono, non si comprende il motivo del perché la giunta regionale non abbia dato continuità al percorso iniziato nel 2018. Se invece il quadro generale è cambiato o esistono altre ragioni, ritengo che il presidente Acquaroli abbia il dovere di far conoscere ai cittadini marchigiani il perché di un eventuale passo indietro che rischia di danneggiare gravemente il tessuto economico e sociale della nostra regione».

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