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Accessibilità Portonovo, Rubini (SEL-ABC): «Si chiuda la baia al traffico privato»

«Portonovo non è Rimini nè tantomeno Gallipoli, ma bensì un luogo nel cuore di un Parco protetto all'interno di un delicato ecosistema»

«Come un mantra senza fine anche quest'anno, all'indomani della stagione estiva, è ripartito il palio della sparata grossa su Portonovo: funivie, cremagliere, ulteriori strade e chi più ne ha più ne metta. Una sfilza di proposte ai limiti dell'incredibile per una zona che date le sue qualità paesaggistiche e naturali, è già fin troppo urbanizzata». Così Francesco Rubini, capogruppo di SEL-Ancona Bene Comune.

«Portonovo non è Rimini nè tantomeno Gallipoli, ma bensì un luogo nel cuore di un Parco protetto all'interno di un delicato ecosistema retto da delicati equilibri. È dunque arrivata l'ora di mettersi tutti in testa che in quell'area si è già fatto troppo e che non ci sono più margini per nessun altro intervento di urbanizzazione, pena la scomparsa di Portonovo in quanto luogo naturale. Bisognerebbe piuttosto discutere una volta per tutte della chiusura totale della baia al traffico privato e del potenziamento massiccio dei collegamenti via trasporto pubblico, tanto dai principali centri abitati limitrofi, quanto dal parcheggio scambiatore a monte della spiaggia. È questa l'unica soluzione in grado di garantire sostenibilità ambientale, tutela paesaggistica, fruibilità dell'area e sicurezza del luogo. Tutto il resto rischia di compromettere pesantemente un luogo che, malgrado la speculazione umana, continua a (re)esistere nella sua unicità paesaggistica ed ambientale.

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