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Domenica, 10 Dicembre 2023
Politica

Polo chirurgico a Fabriano, Mangialardi replica a Ciccioli: «Anziché attaccare il Pd, chieda conto al suo assessore degli impegni non mantenuti»

Il capogruppo Pd attacca il capogruppo di Fdi e parla di imbarazzo, incompetenza e superficialità della giunta regionale

ANCONA – «Comprendo l'imbarazzo e il fastidio di Carlo Ciccioli. Certo non deve essere facile difendere la pessima prova di incompetenza e superficialità che la giunta regionale sta dando a Fabriano anche sul fronte della sanità. Tuttavia, anziché sollevare polveroni e parlare d’altro per confondere i cittadini, il capogruppo di Fratelli d’Italia farebbe bene restare sul tema e, facendo uno sforzo di onestà intellettuale, spiegare come mai la Regione Marche non abbia fatto ancora nulla per la realizzazione del polo chirurgico dell’ospedale di Fabriano, nonostante i 12 milioni stanziati dalla giunta Ceriscioli e l’affidamento della progettazione definitiva nell’aprile del 2019». Così il capogruppo Pd in consiglio regionale Maurizio Mangialardi replica al capogruppo di Fdi Carlo Ciccioli sul mancato avvio dei lavori per il nuovo polo chirurgico di Fabriano. «Soprattutto dovrebbe chiedere conto al suo assessore Baldelli – continua - per le promesse fatte pubblicamente un anno fa, quando quest’ultimo si era impegnato ad avviare la gara d’appalto entro l’estate del 2022 e l’inizio dei lavori nell’autunno successivo. Promesse che, come al solito, non sono state mantenute. Tirare in ballo l’aumento dei prezzi dei materiali è una scusa puerile. Se la giunta Acquaroli e la sua maggioranza avessero avuto davvero a cuore la sanità fabrianese, avrebbero potuto benissimo individuare le risorse necessarie a coprire la presunta maggiorazione dei costi nel bilancio di previsione approvato a dicembre. Invece hanno preferito scialacquare milioni di euro in contributi a pioggia, finanziando per esempio bocciofile e luminarie natalizie, ben 80 mila euro per quelle di Castelraimondo, e, contestualmente, bocciando i nostri emendamenti che chiedevano più investimenti nella sanità e nel sociale».

«Tra l’altro – aggiunge Mangialardi – i ritardi sui progetti di edilizia sanitaria, in questo momento appaiono l’ultimo dei problemi della sanità nei territori dell’Ast 2. Infatti, ammesso e non concesso che le strutture continuamente annunciate dalla giunta regionale vedranno prima o poi luce, è probabile che rimangano scatole vuote per la mancanza di personale. Un problema su cui pesano già i vincoli imposti dalla legislazione nazionale, ma che potrebbe diventare drammatico nella nostra regione con la nascita delle Aziende Territoriali Sanitarie, fortemente volute dal centrodestra con la riorganizzazione del sistema sanitario approvata lo scorso agosto. Riorganizzazione che, soprattutto nella provincia di Ancona, non solo creerà inevitabili disservizi, ma potrebbe provocare anche un vero e proprio scompenso economico e finanziario a causa della saturazione dei livelli di spesa che non potranno, come avvenuto in passato, essere compensati dall’intervento dell'Asur, abrogata dalla medesima pseudo riforma».

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