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Conero, Costantino Renato: «Il problema è il taglio dei fondi all'Ente Parco»

Secondo l'assessore di Camerano è necessario chiedersi se sia possibile rivedere l’organizzazione degli Enti Parco per una migliore gestione, un miglior coordinamento e un risparmio generale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

Nei giorni scorsi ho letto un gran numero di dichiarazioni in merito alla reale esigenza di avere un Ente Parco sul territorio del Conero. Si parla di sprechi, "carrozzoni", burocrazia inutile, democrazia, logiche partitocratiche. Tutte parole che alzano sicuramente i toni per scrivere articoli sui giornali, ma che non danno alcun valore aggiunto al concetto di sviluppo del territorio e collaborazione tra Enti. Tra Comuni limitrofi dovrebbe esserci cooperazione, sostegno e dialogo continuo, ma si preferisce lavorare nel proprio "orticello" senza pensare che un territorio più unito e coeso potrebbe sicuramente fare la differenza, sotto tutti i punti di vista.

La prima domanda da porsi è: il capitale naturale, la salvaguardia ambientale, la biodiversità, gli ecosistemi, il paesaggio, lo sviluppo turistico che ne consegue, sono aspetti fondamentali per tutto il territorio del Conero o no? Ipotizzando che siamo tutti d'accordo sulla risposta alla prima domanda (anche se penso onestamente che non tutti hanno ancora assimilato questi principi che reputo imprescindibili!), le altre domande da porsi sono: quanto ha inciso l'Ente Parco su queste tematiche e quali sono i valori che è riuscito ad infondere a livello culturale e sociale a tutto il territorio? Quali sono gli interventi che materialmente sono stati effettuati e se non effettuati perchè? È possibile rivedere l'organizzazione degli Enti Parco per una migliore gestione, un miglior coordinamento e un risparmio generale? E' possibile rivederne le competenze, renderle esclusive ed "alleggerire le prescrizioni"? A tutte queste domande dovrebbe in primis rispondere la Regione Marche che a causa del taglio dei trasferimenti, ha trascinato l'Ente Parco in una situazione continua di dissesto, bloccando l'approvazione dei bilanci (l'anno scorso abbiamo approvato il bilancio preventivo l'anno successivo a quello di competenza!) e di conseguenza gran parte delle attività di gestione e manutenzione. La mancanza di soldi per gli investimenti e le spese correnti per la manutenzione, crea ovviamente delle potenziali situazioni di pericolo. Realizzare un sistema capace di allineare le esigenze del territorio, dei Comuni e dei cittadini con limitate risorse economiche a disposizione non è oggettivamente possibile e non è possibile dare risposte con azioni sistematiche e far fronte alle emergenze con le sole chiacchiere. Il taglio o l'eliminazione di finanziamenti per svolgere i servizi, senza che ci sia un reale e razionale controbilanciamento in termini di ristrutturazione, ottimizzazione e di diminuzione dei costi per la collettività, come sta avvenendo in questi anni, ha del folle e porta ad elevare percentualmente i costi fissi ed indiretti abbassando qualità e quantità delle opere e dei progetti svolti. Nei fatti, come stiamo assistendo in tutti gli Enti pubblici, abbiamo forza lavoro che non avendo fondi da impegnare svolge parzialmente l'attività loro affidata, perdendo invece molto tempo in inutile burocrazia.

Nelle ultime riunioni della Comunità del Parco e per vie informali il sottoscritto ha più volte "bacchettato", in modo costruttivo, il Presidente Giacchetti affinchè fosse più incisivo con la Regione per rivedere e discutere l'organizzazione generale dei Parchi. La Regione a mio avviso dovrebbe assorbire tutti i dipendenti dei Parchi e centralizzare tutte le attività amministrative, creare delle sedi periferiche (dei punti di appoggio), che potrebbero essere individuate all'interno dei Comuni, per la gestione "caratteristica" e la vigilanza, che comunque devono far capo ad un unico Ente o Gestione a livello Regionale. Se ci fosse una reale intenzione di voler rivedere, trasformare, correggere le attività e le competenze di tutto il sistema delle aree protette forse bisognerebbe avviare dei percorsi operativamente più strategici e soprattutto pianificati nel tempo, piuttosto che imporre dei tagli. L'irragionevolezza e l'insensatezza di politiche nazionali ed europee che mirano a contenere numeri percentuali, stanno purtroppo distruggendo completamente i principi di tutela e valorizzazione di ambiente e territorio, creando inutili conflitti, incertezza ed esitazioni sulla realizzazione di una seria e tangibile programmazione generale.

Costantino Renato - Assessore Ambiente Camerano

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