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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ospedale di Senigallia, Mangialardi vede nero all'orizzonte: «Degrado, ma il peggio deve ancora arrivare»

Mangialardi al Comitato: «I proclami di Acquaroli e Olivetti si sono rivelati per ciò che erano: vuoti slogan elettorali. Ma il peggio verrà con la riorganizzazione e la futura approvazione del Piano socio-sanitario regionale»

ANCONA - «Ho letto con grande attenzione le riflessioni del Comitato cittadino sull’attuale situazione dell’ospedale di Senigallia. Riflessioni in larga parte condivisibili, sia nei contenuti, sia, ancor di più, nella denuncia della colpevole disattenzione che la giunta Acquaroli sta dedicando fin dal suo insediamento al nosocomio cittadino». Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi interviene nel dibattito sollevato dal Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale di Senigallia, circa lo stato di abbandono in cui versa la struttura. 

«Certamente fa piacere che finalmente, dopo anni di attacchi contro l’Amministrazione comunale e, in particolare, contro il sottoscritto, si sia compreso che l’interlocutore a cui porre i problemi della sanità cittadina sia la Regione Marche- continua Mangialardi - Certo, se si fosse evitata tanta demagogia e lo stesso Comitato se ne fosse accorto prima che il suo ex presidente diventasse a suon di strumentalizzazioni sindaco di Senigallia, probabilmente ci saremmo risparmiati anni di inutili polemiche che sicuramente non hanno fatto bene né alla città, né al suo ospedale». Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi interviene nel dibattito sollevato dal Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale di Senigallia, circa lo stato di abbandono in cui versa il nosocomio cittadino».

«Come ho sempre sostenuto - spiega il capogruppo del Pd - i problemi che continuano a essere posti non sono di facile soluzione, originando dalle gravi limitazioni che la legislazione nazionale impone in materia di sanità agli enti locali. Detto in altri termini, oggi abbiamo la dimostrazione che, a differenza di quanto la destra senigalliese e marchigiana sosteneva durante la campagna elettorale del 2020, governare non significa “battere i pugni sul tavolo” o “urlare ai tavoli istituzionali”, come più volte, in passato, mi è stato rimproverato di non fare. Del resto, non è un caso che non lo stiano facendo neppure l’assessore regionale Saltamartini né tanto meno il sindaco Olivetti. Ciò che ineve va ammesso, se si vuole essere onesti fino in fondo, è che negli ultimi due anni la situazione sia sensibilmente peggiorata. Emblematica è la disastrosa condizione in cui versa il Pronto soccorso, correttamente sottolineata dal Comitato, da mesi in preda al caos e praticamente privatizzato e squalificato durante la stagione estiva con l'impiego delle cooperative. Così come continua a rimanere irrisolto, nonostante le roboanti promesse elettorali di nuove assunzioni, il tema del personale sanitario, con interi servizi sotto organico e dipartimenti privi di dirigenza».

«Eppure - conclude Mangialardi - è possibile che questa situazione così deteriorata peggiori ulteriormente proprio a causa della “non riforma” varata in estate dalla giunta Acquaroli con l’istituzione delle Aziende territoriali sanitarie. Una banale e intempestiva riorganizzazione, completamente orfana di contenuti, che lascia insolute tutte le criticità. Il vero momento decisivo sarà l’approvazione del nuovo Piano socio sanitario regionale, che giunti quasi a metà mandato né Acquaroli né Saltamartini sono stati ancora in grado di portare in consiglio regionale, nonostante il drammatico stravolgimento dei bisogni sanitari dettato dalla pandemia da Covid-19. Purtroppo, se le premesse sono rappresentate da quanto abbiamo assistito in questi due anni, è inutile sperare che la sanità senigalliese riceva le risposte che merita in termini di qualità dei servizi. A quel punto, però, lo diciamo chiaramente fin da ora, per coprire i guasti provocati dalla destra non sarà più sufficiente proporre alla città scatole vuote, come l’ormai famigerata palazzina che l’assessore Baldelli è venuto più volte a presentare pubblicamente».

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