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Marche, modifica legge elettorale. Bisonni: «Ecco come è andata»

Il capogruppo dei Verdi interviene sulla proposta, che esclude la possibilita' di una doppia candidatura sia a presidente che a consigliere

ANCONA - Approvata la modifica alla legge elettorale. Il capogruppo dei Verdi interviene sulla proposta, che esclude la possibilita' di una doppia candidatura sia a presidente che a consigliere. E ricostruisce in una nota l'intero percorso della vicenda. «La modifica alla legge elettorale e' stata pensata per eliminare alcuni inaccettabili privilegi. In passato si sono create delle listarelle con l'unico ed esclusivo scopo di creare la poltrona al candidato presidente di quella stessa listarella- scrive Bisonni-. È evidente, infatti, che il candidato presidente gode di una visibilita' che gli altri 30 candidati consiglieri non hanno. Se al singolo si concede il vantaggio di candidarsi anche a consigliere regionale, la partita e' tutta a suo favore. La proposta, quindi, nasce da un principio di giustizia, volto ad eliminare un privilegio. Chi si e' detto contrario, di fatto ha difeso i privilegi dei soliti politici che non vivono d'altro e che impediscono il ricambio generazionale e il rinnovamento». Altro obiettivo dell'atto approvato, quello di incoraggiare (senza costringere nessuno) le coalizioni, perche' venendo meno la garanzia della poltrona il candidato presidente della listarella non ha piu' interesse a correre in solitaria. «Sono quindi molto soddisfatto che l'aula abbia riconosciuto, approvando la legge, la validita' di questa proposta, quello che e' assurdo per non dire ipocrita, e' l'averla approvata con applicazione fra 5 anni- sottolinea Bisonni-. Se la proposta fosse stata antidemocratica, come gridavano, non doveva essere approvata, ma se cosi' non e', come non e', che senso ha approvarla fra 5 anni quando chi verra' dopo avra' tutto il tempo e il diritto di modificare la legge a suo piacimento?».

«Ma si sa che la sinistra molto spesso e' autolesionista ed e' alla continua ricerca della "scissione dell'atomo" - prosegue Bisonni - Bocciando la proposta conferma questa volonta' e fa tramontare definitivamente anche l'estremo tentativo che era alla base di quest'ultima, cioe' quello di recuperare un'alleanza con i 5S. Privati, infatti, del desiderio sfrenato del loro candidato di sedersi in Regione (il 5s locale era riuscito a far bocciare l'alleanza su Longhi, inizialmente benedetta da Di Maio), sarebbero stati liberi di valutare, magari con un voto su Rousseau (possibilita' gia' richiesta da Maggi, ma negata), se allearsi col centro sinistra o far vincere la destra». Su questa vicenda per Bisonni «sono state dette molte bugie, cerchiamo di fare ordine. Prima di tutto i tempi. Questa proposta, in forma leggermente diversa ma basata sulla stessa logica, fu avanzata dal sottoscritto ad aprile del 2019 in tempi non sospetti, ma non trovo' condivisione e fu fermata; nel 2020 si penso' alla modifica di cui discutiamo oggi. Solo chi non capisce nulla, ma proprio nulla, di politica puo' immaginare che una modifica alla legge elettorale possa andare avanti per la volonta' di un singolo consigliere, tra l'altro di un piccolo partito come il mio. La verita' invece e' che certe cose non vanno avanti se non c'e', da parte del partito di maggioranza, la precisa volonta' e l'interesse a portarla avanti. La proposta trovò il favore di numerose forze politiche (Pd, Verdi, Socialisti, +Europa e Civici) e con il loro consenso approdo' in commissione, dove fu votata e approvata una prima volta, poi ando' in Aula il 6 giugno e fu rispedita nuovamente in commissione per un ulteriore approfondimento. Il 12 giugno si riunirono tutte le forze di coalizione del centro sinistra alla presenza del candidato Mangialardi, che ascoltate le diverse posizioni (contrarieta' di Art. 1 e astensione di Italia Viva oltre alle gia' citate posizioni degli altri) stabili' di andare avanti con la proposta, invitando chi aveva delle perplessita' a superarle».

E ancora: «il 19 giugno si riuni' il gruppo Pd, che preso atto della posizione dei piu', decise di portare nuovamente in commissione la proposta per una sua ripresentazione in Aula. Cosa che avvenne il 22 giugno e proprio in commissione fu approvata con il voto favorevole di Pd, M5s e con l'astensione della Lega, mentre Italia Viva e Forza Italia preferirono non votare. Quindi, come si vede, la proposta e' partita in tempi non sospetti ed e' stata condivisa dalla maggioranza delle forze politiche. Al di la' di talune esternazioni pubbliche spesso ambigue. Un'idea grezza del 2019 e sviluppata successivamente, senza nessun bliz e tutto alla luce del sole che e' andata per le lunghe solo perche' questi sono i tempi dei passaggi democratici. In merito alla ipotetica penalizzazione del M5s, anche questa e' priva di fondamento, infatti i seggi che gli spettano dipenderanno esclusivamente dai voti a favore di tale partito e non da altro. Pertanto le critiche del pentastellato Mercorelli dimostrano semplicemente il suo attaccamento alla poltrona (altro che servizio altruistico e uno vale uno!) e che non crede non solo di poter vincere, ma neanche di arrivare secondo (in tal caso diventerebbe, come previsto dalla legge, consigliere regionale) e la paura di perdere la tanto agognata poltrona lo terrorizza e gli fa lanciare pesanti accuse in tutte le direzioni, usando anche parole che non gli appartengono. La verita' e' che il voto verso i 5S e' inutile, sia perche' il suo candidato presidente dimostra che non hanno nessuna possibilita' di vittoria, sia perche' tutti i principi fondanti (vedi ad esempio la doppia candidatura, considerato che lui e' gia' al terzo mandato) sono stati gettati nella spazzatura».

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