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Marche verso l'arancione, il Pd: «Il virus dilaga e la sanità marchigiana perde pezzi»

Così il gruppo assembleare del Partito Democratico commenta le dimissioni del direttore del dipartimento medico del Murri di Fermo Giorgio Amadio

ANCONA – «Mentre il virus dilaga e le Marche rischiano di essere tra le prime regioni d’Italia a finire in zona arancione, la sanità marchigiana continua a perdere pezzi. Le rumorose dimissioni del dottor Giorgio Amadio, apprezzatissimo direttore del dipartimento medico dell’ospedale Murri di Fermo, seguono quelle che nel corso del 2020 hanno riguardato la dirigente del servizio salute della Regione Marche Lucia Di Furia, il direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini e il direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani. Uno stillicidio che non sembra aver fine, frutto di un sempre più diffuso e malcelato disagio che si sta progressivamente facendo strada nel mondo della sanità regionale di fronte alla inettitudine della giunta Acquaroli». Così il gruppo assembleare del Partito Democratico commenta le dimissioni del direttore del dipartimento medico del Murri di Fermo Giorgio Amadio.

«Tutto ciò accade – continuano i dem - mentre lo stesso Acquaroli non solo non sembra cogliere la gravità del momento, tanto da dichiarare candidamente alla stampa di non sapere ancora quali provvedimenti prendere per fronteggiare la crescita della curva pandemica, ma neppure percepisce la totale inadeguatezza della sua azione, che a oltre un anno dal suo insediamento non ha ancora visto la riformulazione del Piano Pandemico regionale, né l’assunzione del nuovo personale sanitario promesso, né il riavvio del Covid Center di Civitanova Marche. Acquaroli afferma che l’ingresso delle Marche in zona arancione appare ormai inevitabile, ma omette di indicare le sue responsabilità, a partire dalla disinformazione sull’efficacia dei vaccini creata ad arte da molti suoi assessori, dalle sue stesse ambiguità sulla validità del green pass e dalla continua sponda politica offerta ai movimenti negazionisti e No Vax. Un miscuglio di incompetenza e arroganza che non poteva non produrre una frattura con stimati professionisti e dirigenti della sanità pubblica. Frattura certificata e amplificata anche le numerose proteste del personale sanitario che si sono svolte recentemente in varie città delle Marche. Una situazione imbarazzante ed estremamente pericolosa, che nelle prossime settimane rischia di essere pagata a caro prezzo dai cittadini marchigiani».

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