
Mirco Carloni
La Regione fissa i nuovi criteri per il riconoscimento dei Distretti del cibo
Tre le tipologie previste: biologico, prodotti certificati e di prossimità. Carloni: «Puntiamo a fare delle Marche il più grande distretto bio d'Italia»
«Le Marche puntano a diventare la regione più biologica d’Italia – ha rimarcato Carloni - Vogliamo valorizzare al massimo questa opportunità che abbiamo, che deriva da decine di anni di lavoro da parte dei nostri agricoltori: veri custodi della terra che hanno saputo coltivare e mantenere le biodiversità, praticando un’agricoltura sostenibile. Tutto questo oggi ci porta a essere la regione che ha la maggiore percentuale di produzione biologica (circa il 23% della complessiva), su una superficie di 110 mila ettarati. Registriamo, non a caso, la crescita più significativa del numero di produttori che si dedicano al bio e dei consumi del biologico sulla media nazionale. Tutto ciò testimonia come il biologico sia qualcosa di molto radicato nella nostra regione. Per valorizzarlo e farlo diventare un elemento di forza delle Marche richiede la costituzione del distretto biologico più grande d’Italia». Secondo il vicepresidente «è questa la direzione giusta per difendere le nostre produzioni, trasformandole in un’occasione di promozione dell’agricoltura regionale e di valore aggiunto sul fronte turistico». Possono richiedere il riconoscimento del Distretto le aziende agricole singole e associate, le organizzazioni dei produttori, oltre a soggetti pubblici e privati. Ciascuno potrà partecipare a un solo Distretto del cibo della medesima tipologia. La domanda di riconoscimento sarà gestita con una procedura automatizzata sul Siar (Sistema informativo agricolo regionale), in modo da rendere semplice l’adesione degli imprenditori agricoli. Una volta riconosciuto, il distretto opererà sulla base di uno specifico accordo, mentre la Regione istituirà un elenco regionale, comunicandolo al Ministero delle politiche agricole. Monitorerà poi la loro attività e sosterrà i distretti riconosciuti. Il patrimonio enogastronomico marchigiano comprende attualmente 37 certificazioni (di cui 21 vini) e più di 100 prodotti commercializzati con il marcio regionale “QM – Qualità garantita nelle Marche”. Oltre a questi regimi di qualità che prevedono la certificazione del prodotto, vanno tenuti in considerazione anche i 154 prodotti iscritti nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali e 10 presidi Slow Food.