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Manifattura Tabacchi, Giancarli: «La Regione si attivi insieme alle istituzioni»

Il consigliere regionale ha presentato un’interrogazione dopo la revoca da parte del Tribunale di Ancona del concordato preventivo concesso all’azienda

Crisi della Manifattura Tabacchi di Chiaravalle, il consigliere regionale, Enzo Giancarli, presenta un’interrogazione al presidente ed alla giunta regionali. In particolare, a seguito della revoca da parte del Tribunale di Ancona dell’ammissione al concordato preventivo concesso all’azienda, il consigliere Giancarli chiede al presidente Ceriscioli ed alla giunta un intervento tempestivo, anche in accordo con le organizzazioni sindacali, con le istituzioni locali (in particolare i Comuni di Chiaravalle, Monte San Vito, Falconara Marittima, Montemarciano e Camerata Picena) e con i ministeri competenti, per mettere in campo tutte le azioni possibili per tutelare e garantire i lavoratori e mantenere in vita l’attività produttiva. In gioco c’è il futuro di più di 60 persone impiegate attualmente nello stabilimento di Chiaravalle della Manifattura Italiana Tabacco S.p.A., oltre ai lavoratori dell’indotto.

«In base alle dichiarazioni dell’amministratore unico – sottolinea Giancarli – la società ha commesse in corso di definizione che garantirebbero all’attività produttiva di proseguire per diverso tempo. La Manifattura Tabacchi ha rappresentato, e rappresenta tuttora, per Chiaravalle e per larga parte del territorio della provincia di Ancona un importante sito produttivo fin dalla metà del diciottesimo secolo. È vero che alla fine degli anni ’90 si è assistito ad un progressivo declino dell’attività, passata poi da una proprietà straniera ad un’altra senza risolvere mai completamente i suoi problemi produttivi e finanziari. Nel 2016 però l’impresa ha ottenuto una procedura di concordato preventivo ed ha avviato un processo di ristrutturazione con la ripresa della produzione che ha portato anche l’interruzione dell’uso degli ammortizzatori sociali all’inizio del 2017. Ora la revoca del concordato arriva a seguito di un utilizzo anomalo della disponibilità finanziaria in contanti e di adozione di iniziative gestionali che non sono state sottoposte al dovuto controllo da parte degli organi della procedura. Senza intralciare le verifiche necessarie ed opportune, che dovranno far luce su quanto avvenuto e nel rispetto di ruoli e funzioni, mi pare però doveroso che la Regione Marche sia parte attiva della vicenda, come del resto è già stata. Lo scorso anno prima dell’ammissione al concordato, la Regione ha incontrato i rappresentanti sindacali ed esaminato la situazione aziendale, impegnandosi a valutare i possibili percorsi che avrebbero potuto tutelare i lavoratori. Chiedo così che anche ora il personale della Manifattura possa contare sulle istituzioni».

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