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Uscita a Ovest, Agostinelli (M5S): “Incongruenze, inadempienze e ‘clausola capestro’”

Interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per la concessione “collegamento viario tra il porto di Ancona e la grande viabilità”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

"Ho presentato un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, cofirmata dai Deputati marchigiani del MoVimento 5 Stelle Terzoni e Cecconi, sulla convenzione per la concessione “collegamento viario tra il porto di Ancona e la grande viabilità”. La Convenzione è stata sottoscritta il 18 dicembre 2013 dal Capo della struttura di vigilanza sulle Concessionarie Autostradali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Presidente della “Passante Dorico” SpA, appositamente costituita dall’ATI  Impregilo, Pizzarotti, Itinera e Astaldi, che ha presentato l’offerta economica per un importo complessivo di 480 milioni di euro in totale autofinanziamento e senza alcun contributo pubblico.

La Delibera CIPE n. 9/2011 del 5 maggio 2011 ha previsto che entro trenta giorni dall’aggiudicazione definitiva della concessione in argomento, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvederà a comunicare al CIPE l’esito della gara e a trasmettere copia del piano economico finanziario aggiornato in relazione agli esiti della stessa; come detto, in data 18 dicembre 2013 è stata sottoscritta tra la Struttura del MIT e la Società di progetto la convenzione in oggetto che, tra i suoi allegati, include sia il piano economico-finanziario che lo studio trasportistico offerti in sede di gara nel 2007.

In primo luogo, risulta agli interroganti che la Struttura del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, contravvenendo a quanto espressamente previsto dalla Delibera CIPE n.9/2011, ha proceduto alla sottoscrizione del contratto di concessione senza procedere alla preventiva comunicazione, nei trenta giorni successivi all’aggiudicazione definitiva della concessione di costruzione e gestione in argomento, al CIPE dell’esito della gara ed alla trasmissione della copia del piano economico finanziario aggiornato in relazione agli esiti della stessa.

In secondo luogo, la Struttura del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - nonostante siano passati ben sette anni dalla presentazione del piano economico-finanziario dell’aggiudicatario della concessione - non ha ritenuto di procedere, prima della sottoscrizione della convenzione, ad un aggiornamento dei contenuti economico-finanziari del piano economico- finanziario al fine di verificare la permanenza dell’interesse pubblico a procedere alla realizzazione dell’opera senza gravare sulla finanza pubblica.  Al riguardo gli interroganti evidenziano come a causa del perdurare degli effetti della crisi economica, rispetto alle previsioni contenute nel piano economico-finanziario, redatto nel 2007, ed allegato alla convenzione sottoscritta in data 18 dicembre 2013, sono drasticamente peggiorate sia le condizioni richieste dal mercato finanziario per il finanziamento dell'opera che, soprattutto, i volumi di traffico che hanno subito per l'area interessata all'opera una contrazione oscillante tra il 30 per cento ed il 50 per cento. Tali oggettivi fattori, a parere degli interroganti, avranno inevitabilmente come conseguenza l'impossibilità di garantire l'equilibrio economico-finanziario originario con conseguente aggravio sui saldi di finanza pubblica e che lo Stato potrà essere chiamato a sostenere la realizzazione dell'opera con contributi pubblici.

In terzo luogo, la struttura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha inopinatamente ed incautamente sottoscritto una clausola, non prevista nella convenzione sottoposta al parere del CIPE, a discapito dell'interesse pubblico ed a tutto vantaggio del concessionario privato, che comporterà sicuramente un aggravio sulla finanza pubblica;  infatti l'articolo 9-bis inserito nella convenzione sottoscritta, prevede che «Il Concessionario avrà diritto ad un indennizzo/risarcimento a carico del Concedente in ogni caso di recesso e/o comunque cessazione anticipata del rapporto di Convenzione pur indotto da atti e/o fatti estranei alla volontà del Concedente, anche di natura straordinaria e imprevedibile».

Tale indennizzo sarà pari alla sommatoria tra:

a)      il valore delle opere realizzate, più gli oneri accessori;

b)      le penali e gli altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza della risoluzione;

c)       un indennizzo, a titolo di risarcimento del mancato guadagno, pari al 10 per cento del valore delle opere ancora da eseguire;

Considerato che in sede di approvazione del progetto definitivo dell'opera, il piano economico-finanziario, inserendo sia i costi finanziari che le stime di traffico aggiornate oltre che l'adeguamento dei costi di costruzione, ad avviso degli interroganti, non avrà il proprio equilibrio finanziario, lo Stato potrebbe essere «costretto», in virtù di tale clausola convenzionale, ad accollarsi l'esborso o di un consistente contributo pubblico – qualora riterrà di procedere alla realizzazione dell'opera – oppure di un indennizzo da riconoscere al concessionario per recesso stimabile in almeno euro 50 milioni (10 per cento del valore delle opere da realizzare).

Nell’ interrogazione depositata, si chiede quindi al Ministro interrogato

- se sia a conoscenza dei fatti suesposti e se intenda sottoscrivere il decreto di approvazione della convenzione in questione, incautamente sottoscritta, ad avviso degli interroganti, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, se intenda preliminarmente verificare la fattibilità dell'operazione, con conseguente aggiornamento del piano economico-finanziario e dei volumi di traffico, e previa esclusione di qualsiasi impatto negativo sui saldi di finanza pubblica attuali e futuri e quale opinione ha maturato nei confronti della clausola indicata all'articolo 9-bis;

- se risulti agli atti se la struttura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia comunicato o meno al Ministero dell'economia e delle finanze l'esito della gara e abbia trasmesso la copia del piano economico finanziario aggiornato in relazione all'esito della stessa, cosa espressamente prevista dalla delibera CIPE n. 9/2011, considerato che sono passati ben sette anni dalla presentazione del piano economico finanziario dell'aggiudicatario della concessione e, qualora ciò non sia avvenuto, se tali irregolarità possano inficiare la Convenzione e/o produrre effetti negativi sulla finanza pubblica.”

Aspettiamo la risposta dei Ministeri interrogati. Intanto constatiamo che l’azione dei parlamentari 5 stelle ha impedito che fosse riconosciuto al Concessionario un contributo pubblico fino al 50% dell’opera come previsto nello schema di Convenzione 2012. Riteniamo però che il MIT non abbia rispettato la Delibera CIPE in più punti e che abbia inserito una clausola “capestro” per lo Stato che in caso di rinuncia del Concessionario si vedrebbe costretto a finanziare completamente l’opera (circa 500 milio di euro ed a pagare un indennizzo al concessionario di circa 50 milioni di euro."

La Deputata
Donatella Agostinelli

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