
Centinaio - Agostinelli
C'è un nuovo tipo di grano sul mercato, prezzi a rischio: la Agostinelli interroga il Ministro
L'onorevole Donatella Agostinelli del Movimento 5 Stelle chiede che sia garantita la remuneratività dei prezzi del grano a tutela dei nostri produttori alla luce di alcune novità sul mercato
L'interrogazione al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo
Premesso che:
al fine di arginare le speculazioni sul prezzo del grano, l'articolo 23-bis del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, ha istituito un fondo volto a favorire la qualità e la competitività delle produzioni delle imprese agricole e cerealicole e dell'intero comparto cerealicolo, anche attraverso il sostegno ai contratti e agli accordi di filiera; il decreto ministeriale 16 novembre 2017, n. 4259 (registrato in data 13 dicembre 2017 n. 908 RP), ha introdotto criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo (10 milioni di euro per l'anno 2019); lo scopo di queste risorse è, soprattutto, quello di concedere un aiuto agli operatori del settore, il cosiddetto reddito agricolo, mediante la sottoscrizione di contratti tra i soggetti della filiera cerealicola (accordi tra agricoltori, i molini e i pastifici), in modo da assicurare al cerealicoltore un prezzo minimo fisso legato alla qualità del prodotto, ovvero all'elevato tenore di proteine, garantito dall'uso di sementi certificate e delle buone pratiche agricole;
considerato che:
in questi anni il reddito agricolo ha rappresentato una certezza per i produttori di grano duro e, anche in questa annata agraria, i contratti di filiera sono stati finanziati mediante un contributo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali fino a 200 euro ad ettaro, garantendo così un prezzo minimo attestato intorno ai 260-270 euro alla tonnellata, per un tenore di proteine del prodotto superiore al 14 per cento; la tenuta dei prezzi rischia ora però di essere compromessa dalla comparsa sul mercato del grano slavato e del grano mandorlato; il grano slavato è un grano da un'alta percentuale di proteine, ma con elevata umidità, come conseguenza delle piogge intense e delle "bombe d'acqua" che hanno caratterizzato quest'annata agraria. La sua introduzione nel listino della borsa merci di Foggia, accanto al grano duro, ha messo in forse le ordinarie modalità di quotazione del cereale, rischiando di provocare la disdetta dei contratti di filiera da parte dell'industria; il 27 giugno 2018, la camera di commercio di Foggia ha tentato di inserire nel listino della borsa merci anche il grano "mandorlato", un grano parzialmente slavato, riconducibile alla categoria del fino; secondo una nota della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Puglia "non vi può essere alcuna giustificazione ai tentativi di rimettere in discussione i prezzi stabiliti nei contratti di filiera"; anche il presidente provinciale di Cia della Capitanata, Michele Ferrandino, ha ribadito che: "ai contratti ci si deve attenere, tutti. Qui invece sembra si voglia intervenire sia sulle regole della domanda e dell'offerta, che dovrebbero essere normalmente determinate da quantità e qualità, sia sugli accordi messi nero su bianco". Lo stesso ha evidenziato la necessità di introdurre "una griglia di parametri certi a cui attenersi per la rilevazione del prezzo. Parametri non modificabili con l'inserimento di categorie inesistenti", mettendo altresì in guardia dall'arrivo di grano dall'estero. Infine, ha suggerito di trasferire a Foggia la commissione unica nazionale sul prezzo del grano duro,
si chiede di sapere quali provvedimenti intenda assumere il Ministro in indirizzo al fine di garantire la remuneratività dei prezzi per i produttori di grano ed evitare la disdetta dei contratti di filiera da parte dell'industria.