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Politica

Giovani e politica, parla l’esperto: «Le nuove generazioni vanno coinvolte, perchè spesso non accade?»

L’avvocato Matteo Bilei, fondatore della scuola di cultura politica, ha affrontato il tema fornendo il suo punto di vista

ANCONA- Giovani e politica in un binomio che va curato, approfondito e coltivato. Può essere questa la sintesi del pensiero del giovane avvocato anconetano Matteo Bilei fondatore, nel capoluogo, della scuola di cultura politica via Sottomare ed esperto della tematica per averla affrontata in prima persona (fu anche candidato sindaco nel 2013 con la lista a20):

«Sicuramente, a livello complessivo, sarebbe innegabile riscontrato un disinteresse da parte dei giovani ma è un disinteresse da identificare nella maniera corretta. Non c’è disinteresse nella politica intesa come cura della cosa pubblica quanto più a livello politico in senso partitico. E’ un disinteresse, inoltre, di tipo biunivoco perché le stesse forze politiche, oggi, fanno poco per coinvolgere questi ragazzi. Per quella che è la mia esperienza qui ad Ancona vedo che c’è un bel movimento di giovani pronti a dire la loro e a mettersi in gioco. La ricetta va trovata insieme ma l’imperativo per le amministrazioni è quello di coinvolgere le nuove generazioni. Il giovane è una risorsa, con il suo modo di pensare può interagire dando nuova linfa ad alcune attività che sono andate spegnendosi. La forza giovanile, a livello politico, può essere sintetizzata come il futuro di cui necessita il passato per non spegnersi».

Scendendo nello specifico: «Il problema non è trovarli i giovani, addirittura in tanti possono permettersi di selezionare. Il vero e reale scoglio da abbattere e quello di dargli fiducia. Nella nostra scuola ci sono tanti under 35 a cui sono stati fatti enormi complimenti nei vari incontri pubblici di cui ci siamo occupati. Perché nessuno di questi ha un ruolo nella politica decisionale della città?».

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