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Gianni Cuperlo alle Muse: “Il futuro del PD non è farlo più piccolo e ‘più a sinistra’”

Il candidato alla segreteria: "Dobbiamo creare un partito diverso. Il simbolo del PD è l'approdo di un lungo tracciato, dobbiamo costruire il partito per i nostri figli"

Ancona accoglie il candidato PD Gianni Cuperlo. Più volte, durante l'incontro di ieri al Ridotto delle Muse, il candidato alla segreteria del PD ha ripetuto il suo slogan: "Per la rivoluzione della dignità". Cuperlo ha risposto alle domande poste dai giornalisti, ripercorrendo spesso la storia e la storia del Partito. Ricorda anche quando era giovane, agli anni in cui è esplosa la sua passione politica e ha cominciato a militare nel Partito come funzionario. “Un partito è prima di tutto una comunità, senso di appartenenza e fare parte di un progetto” spiega. Alla domanda su che cosa ne pensa delle recenti dichiarazione di Prodi, di non voler andare a votare alle primarie, il candidato PD si dice dispiaciuto. “Sono dispiaciuto ma lo rispetto. Prodi ha costruito una nuova identità del Partito con l'Ulivo. Se non è convinto dell'identità del PD dobbiamo convincerlo- commenta-. Siamo mancati nell'esercizio delle nostre responsabilità. Dobbiamo creare un partito diverso. Il simbolo del PD è l'approdo di un lungo tracciato, dobbiamo costruire il partito per i nostri figli. Il partito politico è qualcosa di diverso, la sua cultura politica, il modo in cui interpreti la storia. È identità, ragione profonda che ti fa pensare che di quel simbolo c'è bisogno”.

Cuperlo inoltre, ribadisce più volte di non rimpiangere i vecchi partiti. “Il futuro del PD non è quello di farlo più piccolo e più di sinistra. Io lo voglio più grande e rappresentativo degli italiani che riusciremo ad intercettare”. La seconda domanda ha invece riguardato il rischio di perdere la politica perché oramai considerata inutile. “Siamo nel sesto anno consecutivo della crisi che sta colpendo l'Italia. In questi anni abbiamo perso 9 punti di PIL. Un punto di PIL equivale a 16 miliardi di euro. Il nostro Paese non ha mai vissuto una cosa simile. La povertà è raddoppiata. 1.750.000 famiglie sono povere, i disoccupati sono oltre 3 milioni e altrettanti i precari. Se per anni, a milioni di persone che venivano in condizioni di disagio a bussare alla porta della politica per chiedere più dignità si rispondeva che i loro bisogni venivano dopo, allora certo che subentra la sfiducia. Se siamo il più grande partito politico non ce la caviamo con il taglio dei costi. Non siamo i migliori ma siamo la parte giusta” conclude.

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