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Opere pubbliche, fondi a oltre 200 comuni delle Marche e alle 5 province

Terzoni (M5S): «Preoccupano i dati macroeconomici e sociali delle due regioni, fare squadra per ottenere benefici in ogni provvedimento governativo»

«Oltre duecento comuni marchigiani sotto i 30.000 abitanti e le cinque province riceveranno complessivamente diversi milioni di euro per la progettazione di opere pubbliche grazie a un mio emendamento allo scorso Decreto Infrastrutture. Il contributo varia da ente a ente, con 500.000 euro assegnati a ogni provincia e una quota tra 14.000 e 98.000 euro per ciascun comune. Complessivamente sommano diversi milioni di euro che si trasformeranno in centinaia di progetti grandi e piccoli utili per le comunità. Tutto è nato dalla preoccupazione per i dati macroeconomici e sociali di Marche e Umbria che per la UE sono tornate nelle regioni cosiddette "di transizione", cioè meritevoli di un surplus di attenzione nella ripartizione dei fondi comunitari. A questo punto ho ritenuto opportuno incalzare il Governo prima con una mozione e poi con emendamenti mirati in diversi provvedimenti di scala nazionale destinati alle regioni del sud per ottenere il riconoscimento in termini di investimenti e benefici fiscali anche per le due regioni del centro. Il primo emendamento passato è questo relativo al Decreto Infrastrutture, originariamente pensato per assegnare risorse ai comuni medio-piccoli esclusivamente del sud e ora ampliato, appunto, anche alle Marche e all'Umbria. Questi enti  hanno difficoltà a reperire risorse per la progettazione di opere pubbliche, cosa che poi li esclude automaticamente dai bandi nazionali in cui spesso è necessario presentarsi con progetti immediatamente cantierabili. Queste nuove risorse possono contribuire a colmare questo gap» così Patrizia Terzoni, deputata del M5S, commenta il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri con la ripartizione dei fondi ai comuni e alle province pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'altro-ieri.

«Bisogna fare squadra tra amministratori locali, governi regionali e parlamentari per far sì che la difficile situazione economica delle due regioni sia riconosciuta in ogni provvedimento governativo. È una rivendicazione sacrosanta, fondata su dati incontrovertibili e inequivocabili della Commissione Europea. L'approvazione di questo emendamento ed ora la sua attuazione è un primo risultato tangibile che da respiro a tanti enti locali che hanno amministratori vogliosi di fare del bene alle proprie comunità ma che spesso non hanno risorse adeguate. Abbiamo dato un primo sostegno; il passo successivo è quello di assicurare risorse adeguate per trasformare i progetti che verranno redatti in opere vere e proprie. Per questo serve un lavoro congiunto, anche trasversale, ognuno nel proprio ruolo, per costituire una massa critica che il Governo non potrà ignorare» conclude la Terzoni.

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