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Fondazione Città di Senigallia, Mangialardi: «Nomina di Canafoglia mi lascia perplesso»

Il capogruppo regionale del Partito Democratico ha espresso i propri dubbi sulla nomina operata dalla Giunta Acquaroli

«La stessa persona che aveva descritto come catastrofica la situazione della Fondazione Città di Senigallia, al punto di dimettersi perché non in grado di gestirla, è la stessa che la Regione Marche ha reincaricato in qualità di commissario straordinario. Era davvero difficile creare una situazione più imbarazzante di questa, eppure la giunta Acquaroli c’è riuscita con l’improvvida decisione di nominare l’avvocato Canafoglia. Una decisione incurante di tutto e tutti: delle mistificazioni politiche utilizzate dallo stesso Canafoglia per denigrare il lavoro del precedente presidente Michelangelo Guzzonato; della sua ultima relazione costruita ad arte per presentare la Fondazione in preda a una “grave condizione finanziaria”; dell’incapacità conclamata di gestire un ente strategico per la nostra popolazione anziana e per tantissime famiglie. Va detto chiaramente: questa nomina è una pura testimonianza di arroganza e di mancanza di rispetto nei confronti della città, dei lavoratori della Fondazione e degli ospiti della Rsa. A maggior ragione se si considera che, in questo primo anno e mezzo di governo, l’attuale giunta regionale ha dato costantemente prova di indifferenza nei confronti della Fondazione Città di Senigallia, tanto da non convenzionare neppure i 20 posti letto deliberati dalla precedente Amministrazione regionale di centrosinistra».

Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi commenta la nomina dell’avvocato Canafoglia a commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia, deliberata ieri mattina dalla giunta regionale.

«In queste ore – aggiunge Mangialardi – tanti cittadini mi stanno contattando preoccupati per i loro cari, chiedendomi quali siano le ragioni che hanno indotto la giunta regionale a partorire un simile obbrobrio politico-amministrativo. Alcuni parlano di follia, ma in realtà tutto ciò è frutto di un lucidissimo piano tracciato da Acquaroli e Canafoglia, con l’evidente complicità della giunta Olivetti, che nulla c’entra con il buon funzionamento della Fondazione e con la qualità dei servizi da questa erogati. C’entra invece moltissimo con la “poltrona” che Acquaroli ha voluto assegnare come premio di consolazione a chi si è candidato con lui alle ultime elezioni regionali mancando inevitabilmente l’elezione in consiglio. Io spero che il presidente Acquaroli – conclude Mangialardi - risponda in maniera chiara e convincente a una domanda che tutti i cittadini senigalliesi si stanno ponendo: se sei mesi fa l’avvocato Canafoglia, nonostante il sostegno unanime di tutto il Cda, si dimetteva perché a suo dire non esistevano le condizioni per guidare la Fondazione, come mai oggi è stato nuovamente incaricato per risolvere gli presunti problemi che erano stati alla base delle sue dimissioni?».

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