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Borse di studio per farmacia ospedaliera, approvata la mozione in consiglio regionale

Via libera all’unanimità dal Consiglio regionale per l’atto di indirizzo proposto dal capogruppo di Rinasci Marche

ANCONA - Via libera all’unanimità per la mozione proposta dal capogruppo di Rinasci Marche Luca Santarelli che impegna la Giunta “a integrare annualmente i fondi stanziati dall’Università di Camerino per le borse di studio da destinare agli specializzandi della scuola di specialità in farmacia ospedaliera”.

Quella con sede presso Unicam è “l’unica scuola di specialità attiva nella nostra Regione - ricorda Santarelli - con una capienza stabilita dalla Conferenza Nazionale dei direttori della scuola di 8 posti basati sul calcolo di turnover nazionale. Nonostante le innumerevoli leggi nazionali e sentenze giudiziarie che equiparano lo specializzando in farmacia ospedaliera a quello di medicina ospedaliera, ad oggi, in Italia non ci sono borse di specialità nazionali per questo tipo di specializzandi”. Di qui l’importanza, secondo il capogruppo di Rinasci Marche, di investire con risorse regionali in borse di studio. “Il farmacista ospedaliero è ormai un professionista della salute riconosciuto a tutti i livelli - dice - per le sue competenze farmaceutiche e logistiche. Le disposizioni normative stabiliscono che gli specializzandi debbano prestare servizio come tirocinanti per 1260 ore annue. Ciò risulta incompatibile con ogni altro impiego anche a tempo parziale, mentre non tutti riescono a mantenersi 4 anni, la durata del corso, senza un lavoro retribuito che permetta anche di pagare le tasse universitarie”.

Santarelli evidenzia nell’atto quanto stanno facendo in altri territori, come il Veneto, dove la Regione "ià si fa carico delle borse di specialità delle proprie scuole di specializzazione in farmacia ospedaliera” sottolineando quanto sia importante che la somma annualmente stanziata dall’Università di Camerino venga integrata dalla Regione “un riconoscimento a vantaggio - conclude - anche della stessa Regione Marche in quanto gli specializzandi potrebbero essere utilmente collocati in servizio presso i diversi ospedali marchigiani contribuendo ad alleggerire i sempre crescenti carichi di lavoro e il consistente fabbisogno di professionisti qualificati”.

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