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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni Regionali 2020

Dopo la bordata contro Mangialardi, la Mancinelli ci ritorna: «Mi spiego meglio»

Il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, dopo la bordata sparata a caldo contro Mangialardi appena sconfitto alle regionali, torna sul suo ragionamento

"Alcuni hanno inteso il mio post di ieri come un giudizio di “inadeguatezza” su Mangialradi  e/o scaricare su di lui e sulla sua inadeguatezza le ragioni della sconfitta. Non è così, non intendevo ne volevo dire questo, evidentemente mi sono spiegata male, mi dispiace e me ne scuso, in primo luogo con Maurizio. Provo a spiegarmi meglio e a tal fine un po' di numeri forse aiutano".

Inizia così il post Facebook del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli che, dopo la bordata sparata a caldo contro Mangialardi appena sconfitto alle regionali, torna sul suo ragionamento e prova a spiegarsi meglio perché, dice lei, non ha mai messo in dubbio la credibilità dell'ex sindaco di Senigallia e non voleva essere offensiva. Parte dai numeri e analizza le tre regioni dove il centrosinistra ha vito: Toscana, Campania e Puglia.

Il succo è che, mentre in Campania e Puglia si è vinto grazie ad un importante bacino elettorale attratto grazie a liste fuori dai partito, “in Toscana  abbiamo vinto con il 48,6% l’insieme dei partiti di centro sinistra (Pd, Leu, Italia Viva, Verdi, + Europa, Azione e socialisti) che hanno preso complessivamente il 45%. Dunque i numeri dicono che il risultato vincente è dovuto per la gran parte alla “tenuta” dei partiti tradizionali a cominciare dal PD e solo in minima parte alla capacità del candidato presidente di attrarre direttamente voti fuori da quell’ambito politico, il che non significa che Giani non sia un buon amministratore…Dunque il centrosinistra tiene o dove c’è una consistente tenuta dei partiti politici area centro sinistra (Toscana) o, in presenza di una più debole tenuta dei partiti di centrosinistra, c’è un candidato presidente con forte personalità capace di catalizzare voti consensi e liste fuori dai partiti (Campania e Puglia). Il punto è questo: per il sindaco di Ancona, le Marche erano come la Toscana, cioè con un candidato senza quella capacità di attrarre voti fuori dal partito. “L’unica lista legata direttamente al candidato presidente era appunto quella Mangialardi Presidente che ha ottenuto il 2% e dunque non c’è stata quella forza attrattiva autonoma del candidato presidente come invece c’è stata in Campania ed in Puglia. In altre parole Mangialardi, che è stato un buon amministratore e un ottimo combattente in questa campagna elettorale, era un candidato presidente più simile al toscano Giani che a De Luca o Emiliano, dunque, per vincere, aveva bisogno che i partiti tradizionali tenessero come in Toscana, il che però nelle Marche non è avvenuto perché Giani ha avuto partiti complessivamente al 45%” e Maurizio al 35%”.

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