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Elezioni comunali, Pasquinelli: «Osimo non deve avere padroni»

Fabio Pasquinelli sintetizza così le ragioni che lo hanno condotto a battersi per la carica più alta del comune

«Gli altri non hanno un progetto, solo la volontà di essere serviti dai cittadini». Fabio Pasquinelli sintetizza così le ragioni che lo hanno condotto a battersi per la carica più alta del comune in cui è nato e cresciuto. Durante l’incontro con i giornalisti avvenuto sabato mattina, al Bar Diana, il legale trentottenne non ha usato mezzi termini:

«Osimo è stato sbranato pezzo per pezzo dalle clientele, oggi i medesimi interessi particolari hanno cambiato insegna. Ora la ditta si chiama PD, la cui amministrazione ha svenduto Astea Energia e chiuso l’Ospedale su ordine della Regione. Il mio accordo con Pugnaloni- prosegue Pasquinelli - prevedeva di non farlo. Lui lo ha tradito per interesse. Il Partito Democratico è ormai un comitato d’affari che gestisce la politica regionale a più livelli. Tra gli altri candidati nessuno ha al centro un progetto per la città. I partiti del governo nazionale pranzano distrattamente al banchetto degli appuntamenti elettorali locali, trattando problemi e speranze amministrative come semplici pedine della partita per la conquista o il mantenimento del potere. Lega e M5Stelle sono brand che hanno trasformato la democrazia in spettacolo. non vogliono nulla per Osimo, si esibiscono per ordine dei loro frontmen nazionali, Salvini e Di Maio. Tutti parlano, in modi diversi, la stessa lingua. Non vogliono cittadini ma servitori della loro causa privata. Noi abbiamo scelto di servire solo la nostra comunità, pagando un prezzo. Vogliamo la difesa e la valorizzazione dei beni comuni e dell’ambiente, servizi pubblici ed efficienti, un nuovo ospedale intercomunale della Valmusone, la nascita dell’agenzia comunale per l’occupazione, un piano strutturale di lavoro socialmente utile e sostegno al reddito delle fasce sociali più deboli. Inoltre, riteniamo prioritaria la messa a punto di politiche che garantiscano il diritto alla casa, l’elaborazione di un modello di bilancio partecipativo e nuovi consigli di quartiere dotati di un’effettiva autonomia decisionale. Queste ricette vogliono restituire Osimo ai cittadini sottraendola a un ceto politico che mira a utilizzarla per la propria sopravvivenza. Dovremmo credere ai racconti edificanti di chi ha smantellato l’ospedale, causato lo stallo della viabilità centrale e periferica, operato una cementificazione irrazionale e calpestato ogni rispetto per la dialettica democratica? No, grazie. Questa brutta versione della cosa pubblica, purtroppo l’abbiamo già conosciuta. Vogliamo e dobbiamo voltare pagina. E realizzare tutta un’altra storia».

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