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Elezioni comunali 2018

AnconaToday incontra i candidati a sindaco, ecco la città che immagina Stefano Tombolini

AnconaToday incontra i candidati a sindaco della città di Ancona. Il terzo è il consigliere comunale uscente Stefano Tombolini che vuole rivedere tutto il lungomare di via 20 settembre per farlo diventare fulcro di viabilità e movida

AnconaToday incontra i candidati a sindaco della città di Ancona e la terzo intervista è quella a Stefano Tombolini, candidato a sindaco del centrodestra, che risponde subito alla domanda su cosa si farà subito se gli anconetani dovessero sceglierlo alla guida della città. «Mi piacerebbe entrare dentro il comune e mettere un po' a posto le gerarchie della macchina comunale, vedere chi fa cosa, quali sono gli scheletri nell’armadio perché secondo me ce ne sono tanti, chiamare dirigenti e dipendenti per vedere cosa fanno e perché stanno dentro il Comune. Tanti sono demotivati, non sono contenti e le funzioni che i dirigenti svolgono sono massacranti e pesanti. La macchina non funziona e si vede. Se funzionasse avremmo dei risultati diversi. Faccio l’esempio: ci sono 3 milioni e mezzo di euro di debito della fondazione Marche Teatro di cui 2.200 garantiti con polizza fidejussoria dal Comune. Perché il debito non è stato estino dopo 9 anni dalla commissione di inchiesta che presiedette Stefano Benevenuti Gostoli? Ci sono responsabilità di chi fu amministratore della fondazione. Questi stano aspettando che si consolidi le prescrizioni per poi mettere le pezze». Nella tua biografia dici “Contrastare le clientele e il potere egemone del pd che sta soffocando la città. A chi si riferisce? «Il fatto che il presidente dell’Autorità Portuale vada all’incontro che illustra il trasporto pubblico locale della lista “Ancora per Ancona” insieme alla Simonella e non vada a quello delle altre liste è la declinazione di un interesse specifico verso un progetto senza pensare che ce ne possa essere un altro buono. Il fatto che il dg di Ospedali Riuniti vada alla presentazione dei sostenitori e sia un sostenitore della lista “Ancora per Ancona” significa che c’è un sistema già orientato a mantenere la sindacatura attuale.

Porto

«E’ una realtà produttiva e centrale nella vita di Ancona. Ci sono delle cose da approfondire su cui l’amministrazione comunale ha un ruolo preminente. Gli ultimi ragionamenti sono relativi all’uso e all’ampliamento degli spazi e quello è un tipo di attività che si fa di concerto con l’amministrazione Comunale. Il porto non vive di vita propria rispetto alla città. L’amministrazione Comunale è titolare con l’AP dell’attività pianificatoria e il percorso va fatto congiuntamente in maniera strategica. Anzitutto vorrei verificare chi fa cosa dentro al porto in termini occupazionali e produttivi, qual è il rapporto tra superfice occupata e PIL prodotto e poi verificare chi occupa il retroporto mentre potrebbe essere dislocato in altre zone. Vedere se questo porto può dare una risposta diversa ai passeggeri attraverso la realizzazione di una stazione marittima diversa, attraverso una manutenzione diversa o un rapporto diverso con gli spedizionieri. Poi riconfigurare il porto: sotto l’ampliamento di via XXIX settembre ci vedo due livelli di parcheggio a servizio della piastra commerciale. Allargare marciapiede di via XXIX settembre, rovesciare la stazione marittima sull’altro lato, realizzare una viabilità esterna alla vecchia stazione marittima e fare parcheggi sotto la strada che ora percorre a valle della Banca d’Italia. Quella strada verrebbe coperta e si farebbero due livelli di parcheggio. Sarebbe la risposta ai commercianti per un parcheggio di prossimità alla spina dei corsi. C’è poi da rendere il porto produttivo in termini turistici e commerciali per la città o renderlo una fonte di economia perché se il milione e 300.000 passeggeri in un anno lasciassero un euro a persona, se ci mettessimo a vendere una Coca Cola a ciascuno, guadagneremmo un milione e 300.000 di euro. Se le persone che sono dietro le reti, fanno check-in e non vengono mai fuori consumano risorse, inquinano l’aria e danno soldi solo per le attività doganali all’Autorità Portuale che chiude il bilancio sempre in attivo. Ad esempio spostiamo l’orario di partenza delle navi (la mattina presto intasano l’uscita verso Torrette, la sera ti metti in fila dietro la rete e ti imbarchi). Il porto è sicuramente risorsa economica nella manifattura e nella cantieristica e voglio infrastrutturarlo: dargli quella risposta che aspetta da 40 anni, l’uscita dal porto. Io credo che debba essere ripresa con la compagine parlamentare l’uscita ovest. Il piano era insostenibile economicamente perché era a carico di un privato, chiediamo allo Stato di metterci sopra i soldi necessari per rendere compatibile quell’opera economicamente. Tanti interventi in questa città hanno bisogno della compartecipazione istituzionale. Il Comune dovrebbe investire insieme al privato, i soldi ci sono perché se li troviamo per la festa di Natale, i 150mila euro della festa del Piano, i 60mila euro dell’inaugurazione dell’ascensore del Passetto, i soldi per la mostra di Cartier Bresson o per l’immagine del Comune: fanno più di un milione di euro.

Sociale

A me hanno detto che l’impegno dell’amministrazione comunale nel sociale era quasi 16milioni di euro di affidamenti a cooperative sociali. Quali sono gli appalti che esternalizziamo? Per fare cosa? Molte persone mi hanno chiamato a casa e ho visto il disagio di chi ha visto ridotto l’assistenza domiciliare, gente che vive da sola in casa con la carrozzella che ha avuto la riduzione dell’assistenza e se li vedi ti metti a piangere. Io vogliio metterci i soldi. Nel programma sociale metto al centro la famiglia. La città ha perduto popolazione, eravamo 121.000 nel 1971 e dopo terremoto e frana oggi siamo a 87 mila italiani e 13mila stranieri. Dobbiamo investire sull’attrattività della città. 3.000 partite iva rappresentano la vocazione commerciale di questa città ma dove stanno? Non in centro, alla Baraccola. Riportare l’attrazione e la produttività degli usi. Mettere a sistema i vari operatori: Cga, Cna, Confcommercio, Confindustria per capire come rilanciare il terziario avanzato. Se diventasse sindaco, il registro Unioni Civili e Fine Vita che fine fanno? «Non interverrei su quello che già c’è, non costituisce turbamento della vita sociale o  amministrativa della città».

Sicurezza

«Vorrei una città più illuminata e far lavorare le persone sul territorio che siano vigili o forze armate. Va fatto un controllo efficace, se qualcuno mi dice che in Olanda dove tu fai il controllo rispetto a certe situazioni c’è l’intervento…non voglio una città di polizia, ma più interventi e più divise. Se le persone non le sensibilizziamo al fatto che difronte a una situazione non c’è solo l’osservazione ma anche l’intervento è importante. Chi vuole comportarsi in un certo modo non compatibile con questo modello di città va a fare le sue cose da un'altra parte.

Movida

«Vorremmo portare dentro la Mole delle scuole biennali o pluriennali di alta specializzazione coreutica, musicale, artistica delle arti figurative per dare un contenuto a un luogo che oggi non ne ha perché diventi motore della produzione culturale. Vorrei riportare la Form a fare le prove in Ancona, riaprire i contenitori a costi compatibili con la capacità di produzione delle associazioni che vorrei mettere in rete su un progetto di animazione culturale. Non tutto dovunque ma alcune specialità artistiche e culturali precisi. La vita notturna serale e notturna? Io credo che la normativa sui livelli acustici è presente, l’importante è che le situazioni vadano controllate. Non credo che nei luoghi dove c’è residenzialità si può liberalizzare tutto e dovunque. In zone confinate dove si possono sviluppare attività di divertimento e aggregazione credo che debbano essere definite. Se vuoi fare al Mercato delel Erbe un concerto rock fino alle 3,30 di notte o metti il fonometro o la gente si arrabbia. Un luogo ideale? L’ampliamento di via XXIX settembre. Se tu metti un emettitore di rumore in 4 pareti hai effetto riverbero, ma in uno spazio semiconfinato il livello di disturbo diminuisce. La valorizzazione dei locali chiusi e sottostanti il marciapiede di via XXIX settembre può costituire il rinascimento di un’area di incontro, vendita di merci e bevande etc.

Viabilità

«Rivisitazione completa del piano del traffico: prevediamo la realizzazione di una circlare che chiamiamo 1/5 tra i 3 hub di stazione, piazza d’armi e piazza Cavour. Due anelli filoviari a elevata frequenza che girano in senso opposto e quindi riducendo i tempi di percorrenza sull’anello e negli hub che dicevamo prima partono i raggi che servono a servire i terminali delle attuali linee (1/3, ¼ , ½, 91…) in modo da ridurre la sovrapposizione tra tantissime linee. Capita di vedere alcune linee che si inseguono sulla stessa portante ma non capiterà più. Arrivi con la circolare a piazza d’armi e parti verso le Tavernelle. Da Tavernelle rottura di carico per le frazioni. Questo comporta riduzione dei km percorsi di quasi 500mila km su 3 milioni e mezzo di km e puoi usare questo pacchetto chilometrico per servizi come quello per ospedale di Torrette o le frazioni penalizzate. Implementiamo un sistema di corsie riservate non sui margini della carreggiata ma in asse alla carreggiata con banchine centrali che penalizzano il traffico privato ma aiutano il Tpl. Parcheggi pertinenziali a servizio dei cittadini e parcheggi scambiatori per chi viene dalla periferia». E la Ztl? «E’ ben dimensionata se non si cambia la struttura della città. Esempio, delocalizzando il volume dell’ ex Savoia e portando quei volumi altrove potrebbe creare una nuova piazza. Oggi la Ztl è interessante per quelle zone in cui è interessante andare a piedi. Se riportiamo il commercio di qualità in mezzo alla città, corso Matteotti e altre vie possono essere integrate a Ztl ma solo se riesco a portare un commercio di base. Se ho vetrine chiuse e l’arredo urbano non le rende attraente è inutile che le pedonalizzo.

Se non dovesse vincere a chi augura il governo di Ancona? «A tutti meno che al Pd e alla Mancinelli».

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