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CasaPound lancia Mazzieri: «Non bloccheranno la manifestazione per le foibe, presto una sede qui»

Simone di Stefano, segretario nazionale di CasaPound, ha lanciato la candidatura alla Camera dei Deputati di Emanuele Mazzieri. Parole al vetriolo per centri sociali e Comune

Alla fine il discusso incontro di CasaPound c’è stato e gli 80 minuti all'ultimo piano di palazzo Camerata sono trascorsi senza problemi di ordine pubblico. Annunci e accuse però non sono mancati, anzi hanno aperto il pomeriggio con le dichiarazioni del candidato alla Camera dei Deputati Emanuele Mazzieri, seduto davanti a circa 100 persone al fianco del segretario nazionale Simone Di Stefano

La nuova sede e l’attacco al Comune

Si parte con l’annuncio della prossima apertura di una sede CasaPound ad Ancona: «Ci stiamo muovendo con diverse azioni sul territorio e presto avremo anche una sede che apriremo qui» ha detto Mazzieri prima di passare alle polemiche e ai cambi di location che hanno preceduto l’appuntamento: «Questi cambiamenti sono stati dovuti a due soggetti precisi. In primis all’amministrazione comunale, che voleva porsi al di sopra della legge non concedendo gli spazi pubblici ad un movimento regolarmente iscritto alle liste elettorali e poi ai, chiamiamoli antifascisti, che con metodi mafiosi hanno minacciato i proprietari di strutture private che avevamo scelto qualora fosse saltata la sala pubblica». Altre parole forti, stavolta pronunciate da Di Stefano in persona, riguardano la manifestazione organizzata per sabato prossimo al viale della Vittoria dedicata alle vittime delle foibe. Quando gli viene fatto presente che oggi stesso all’indirizzo del prefetto è stata inoltrata una richiesta per bloccare l’iniziativa, la sua risposta è tranciante: «Faremo la nostra manifestazione a prescindere, la giornata di memoria per le foibe è legge dello Stato e questo è un bieco sfruttamento a fini elettorali di chi non ha più nulla da dire. Voglio vedere chi ha il coraggio di vietare una manifestazione di ricordo per i caduti italiani infoibati, ma non credo sia possibile. Noi andremo fino in fondo». Di Stefano torna poi sulle polemiche rivolgendosi direttamente ai centri sociali. Un’ora prima la stessa sala era stata occupata da alcuni attivisti per manifestare contro il gruppo di estrema destra: «Ci fate solo un favore perché se CasaPound fa scalpore è perché voi vi permettete il lusso di mettere a ferro e fuoco la città o fare polemiche sul fatto se possiamo parlare o meno. Va benissimo, fate tutto lo scalpore che volete cercando di limitare il tutto alla protesta semicivile e speriamo che gli atti di protesta che si sono visti ieri a Macerata vengano fatti pagare da chi di dovere». 

Il programma CasaPound

«Ad Ancona bisogna riaccendere e valorizzare il centro - ha spiegato Mazzieri- bisogna poi riportare Ancona al centro delle Marche anche a livello turistico, quando qualcuno sbarca dalle navi qui trova i locali chiusi». Di Stefano ha invece presentato i punti del programma a livello nazionale che fanno perno sull’uscita dall’UE e la sovranità monetaria. Dalle autostrade sotto il controllo pubblico all’istituzione di un ente pubblico che faccia concorrenza alle banche per aiutare le giovani coppie a comprare casa. Poi il reddito di natalità di 500 euro al mese per incentivare le nascite e infine il tema caldo dell’immigrazione: «L’odio di Macerata non è esploso con le nostre parole ma con gli atti scellerati compiuti da immigrati che non dovrebbero trovarsi sul nostro territorio. Pensate a quell’essere che ha squartato la povera Pamela, non doveva stare qui. E’ uno spacciatore con permesso scaduto e se lo Stato non riesce a controllare il territorio si rischia di arrivare alla guerra civile». La proposta allora è quella di: «rispedire indietro chi non ha titolo per stare qui. Con uno Stato Sovrano potremmo fare accordi bilaterali con i Paesi di provenienza, fare interventi con le nostre aziende pubbliche e private ma con la manodopera costituita da quei ragazzi nigeriani che stanno parcheggiati nei centri di accoglienza o buttati nei nostri parchi. L’Italia paga una tangente gente per tenere le persone chiuse dentro i lager ed è così che Minniti ha diminuito gli sbarchi. Anche per chi delinque dobbiamo trovare un posto fuori dall’Italia- conclude Di Stefano- i criminali che raccogliamo in mezzo alla strada non devono neppure vedere un magistrato italiano, ma essere caricati su una nave per svegliarsi sulle coste di un altro continente».  
 

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