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Dl Terremoto, Il Pd fa quadrato: «Il Governo ha clamorosamente fallito»

Il Partito democratico delle Marche fa quadrato e fa il punto sulle politiche del “Governo del cambiamento” sul terremoto

«Il Governo alla prima prova dei fatti ha clamorosamente fallito, ha tradito tutte le promesse fatte in campagna elettorale ai terremotati marchigiani». Il Partito democratico delle Marche fa quadrato e fa il punto sulle politiche del “Governo del cambiamento” sul terremoto.

«È molto importante che il Pd dopo l’approvazione del dl sul sisma si compatti in tutte le sue articolazioni per fare il punto – spiega il presidente della regione Marche Luca Ceriscioli –. Il primo segnale del Governo del cambiamento sul  tema del terremoto è stato negativo. Nessun cenno sulle risorse che verranno messe a disposizione. Al parlamento non è stato permesso neanche di discutere gli emendamenti presentati». Accanto al Governatore tutto lo “stato maggiore” del partito regionale, i consiglieri regionali, con il capogruppo Fabio Urbinati, la Giunta, i tre parlamentari Alessia Morani, Francesco Verducci e Mario Morgoni e Matteo Terrrani segretario di federazione del Pd di Ascoli Piceno.

«Quello che stupisce – riprende Ceriscioli – è che non siano stati approvati emendamenti che non necessitano di copertura o per cui era già prevista. L'atteggiamento è di rimandare di 6/7 mesi i temi importanti. Ci si aspettava un segnale più forte e netto sul sisma da questo governo, considerate le promesse espresse in campagna elettorale. L'emblema è l'emendamento Whirlpool, appoggiato da tutti i sindaci e accolto solo parzialmente benché già con copertura economica. Ci sono 130 famiglie nel cuore del cratere che potevano avere una risposta che li metteva al riparo dai licenziamenti, mentre oggi hanno lo strumento degli ammortizzatori solo per 6 mesi. Nessuna risposta anche per gli organici scolastici da noi più volte sollevato in più sedi. Mancano all'appello 200 insegnanti. Una questione cruciale per la rinascita dei territori del sisma. Su questo tema in particolare è difficile dire che le risposte si daranno con Finanziaria, perché le scuole sono già aperte a settembre. Infine c'è preoccupazione per le risorse. Lo scorso governo ci ha garantito oltre 10 miliardi di euro che speriamo non vengano dirottate su altre politiche care al governo Lega-5stelle. Speriamo di essere smentiti con il prossimo provvedimento legislativo e speriamo di essere cattivi profeti nel dire che ci toglieranno le risorse in futuro».

«Il Governo alla prima prova dei fatti ha clamorosamente fallito – aggiunge il deputato Mario Morgoni –, il provvedimento emesso nelle ultime ore di vita dell'Esecutivo Gentiloni ha visto una serie di correzioni importanti grazie al Pd al Senato. Il primo passaggio non è farina del sacco di Lega-M5S. Alla Camera c'è stato, nonostante impegni assunti, nei confronti dei 200 e passa emendamenti una netta chiusura. Mancanza di capacità e volontà. Dilettantismo stucchevole che non ha consentito di affrontare serenamente dialettica parlamentare. Abbiamo assistito a una sceneggiata perché un governo serio non può non mettere la fiducia e impedire al dibattito parlamentare di produrre esiti normativi. Non abbiamo potuto ottenere alcun risultato se non far prendere qualche impegno dal viceministro Castelli».

«Hanno usato terremotati prima in campagna elettorale e poi li hanno abbandonati – afferma la deputata Alessia Morani – mancano risorse per rinnovare 700 contratti a tempo determinato essenziali per la ricostruzione. Non è un argomento di lana caprina. Riguarda soprattutto la possibilità di ripartenza di questi territori: è impossibile evadere le pratiche senza quel personale. Questo è un altro tema non derogabile. In parlamento noi non abbiamo fatto ostruzionismo ma abbiamo chiesto conto di alcune misure che non tornavano. Noi abbiamo chiesto riduzione al 40% delle tasse dei cittadini del cratere e la restituzione in 120 rate anziché in 60. Il Governo invece ha annunciato il condono fiscale per tutti ma non aiuta i terremotati. Nel decreto poi non c'è niente per i Comuni. Il Governo poi non ha messo un euro per il cratere. Non sono state stanziate nuove risorse nuove. Siamo riusciti a fare approvare un odg per dare i risparmi della Camera alle zone terremotate. Nessun soldo dei tagli dei vitalizi andranno ai terremotati. Restano solo sulla carta perché per 3 anni quei 40 mln resteranno bloccati».

Ad intervenire anche il senatore Francesco Verducci che ha lanciato il «massimo allarme sulla questione terremoto. Dopo che il sisma è stata la priorità per i Governi Renzi e Gentiloni, ora rischia di scivolare in secondo piano. Non lo permetteremo. In questi due anni – prosegue Verducci –, grazie all’impegno dei sindaci, delle forze sociali, della Regione e dei parlamentari abbiamo creato un sistema di protezione per i cittadini e per il lavoro e le imprese. Un sistema che rischia di essere smontato. La ricostruzione non si vince in queste zone senza piano per il lavoro per i prossimi 50 anni. La Lega ed il Movimento 5 Stelle hanno preso i voti e poi scappati.

Verducci torna poi sul caso Whirlpool. «Esempio di sciacallaggio a piene mani. Siamo riusciti in Parlamento ad ottenere una proroga degli ammortizzatori sociali a 6 mesi, pur avendola chiesta per 24, ma la Whirlpool vivrà se il Governo ed il ministro allo Sviluppo economico inizieranno a prendere sul serio la questione. Invece il tavolo del 6 luglio scorso è saltato e ancora non si conosce la nuova data dell’incontro. Una cosa inaccettabile».

A concludere la serie di interventi, il capogruppo in Consiglio regionale, Fabio Urbinati. «Il giorno dopo il 4 marzo abbiamo dichiarato insieme al presidente Ceriscioli che qualunque Governo si fosse formato avremmo vigilato sulle politiche relative al terremoto. I nostri timori sull’assenza nel contratto di Governo dei temi di sisma e ricostruzione, relegati in 702 battute comprese gli spazi, hanno trovato conferma nei primi atti di questo Esecutivo al riguardo. Io mi rivolgo ai parlamentari di maggioranza della Regione Marche dei quali io non ho ancora sentito le voci, affinché portino avanti le prerogative di questi territori che li hanno eletti. Sul caso Whirlpool, nel cuore del cratere, la loro assenza ed il loro silenzio è evidente. Voglio sottolineare che il lavoro e la scuola sono le vie attraverso le quali passa la ricostruzione».

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