Direttiva Bolkestein e spiagge, Castelli: «Si apra una vertenza»
Castelli ha ribadito la richiesta delle Marche: «coinvolgere le Regioni sulla Bolkestein che non può essere applicata passivamente in assenza di un riordino della materia»
«Aprire una vertenza a livello europeo finalizzata a contrastare l'applicazione della direttiva agli stabilimenti dislocati lungo le coste italiane. Come è accaduto in Spagna e in Portogallo, nazioni che hanno differito, sine die, lo svolgimento delle gare». Lo dice Guido Castelli, assessore al Demanio delle Marche, dopo aver partecipato da remoto alla commissione Demanio marittimo della Conferenza delle Regioni che affrontava il tema della direttiva Bolkestein in materia di concessioni demaniali. In vista della seduta della Conferenza di mercoledì, Castelli ha ribadito la richiesta delle Marche: coinvolgere le Regioni sulla Bolkestein che, dice l'assessore, non può essere applicata passivamente in assenza di un riordino della materia. Oggi la commissione era chiamata a redigere un documento base, da sottoporre al vaglio della Conferenza delle Regioni, alla luce delle due sentenze del Consiglio di Stato dello scorso novembre che hanno di fatto imposto di arrivare entro il 31 dicembre 2023 alle gare. «Le Marche chiedono allo Stato di non dare per scontato che la Bolkestein, in Italia, vada applicata in automatico- dice Castelli- Chiediamo che lo Stato si schieri a fianco dei concessionari, anche tenendo conto del fatto che la Bolkestein è una direttiva sui servizi, mentre invece gli stabilimenti sono beni».
Il rischio, secondo Castelli, è che se lo Stato non intervenisse con un intervento normativo organico, dopo le sentenze del Consiglio di Stato, i Comuni potrebbero andare in ordine sparso nell'indire aste e gare. «Magari anche solo per paura di incorrere in qualche sanzione- aggiunge Castelli- Attraverso la Conferenza delle Regioni chiediamo che i Comuni congelino la situazione, sterilizzando le eventuali iniziative di indizione di gare perché ciò rischierebbe di produrre un'applicazione della Bolkestein a macchia di leopardo in Italia. È necessario, all'opposto, un intervento più generale e sistemico, ferme restando le impugnazioni giurisdizionali che hanno riguardato le sentenze del Consiglio di Stato". Castelli, infine, anticipa che la Regione Marche intende sostenere la posizione di quanti non considerano la Bolkestein una specie di "destino ineluttabile dal quale sarebbe impossibile esonerarsi" ed è per questo che "hanno impresso un'accelerazione al dibattito in corso e intendono lavorare per sollecitare una presa di posizione del Governo in sede europea contro la Bolkestein».