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Derivati, anche la Corte d'Appello dà ragione al Comune

La Corte d’Appello di Milano ha infatti dichiarato nullo il contratto derivato stipulato nel lontano 2005 dal Comune di Jesi con Unicredit, confermando la legittimità della restituzione al Comune stesso di 1,2 milioni

L'Amministrazione comunale ha definitivamente vinto la propria battaglia contro gli Swap. Dopo cinque anni di carte bollate, anche la Corte d’Appello di Milano ha infatti dichiarato nullo il contratto derivato stipulato nel lontano 2005 dal Comune di Jesi con Unicredit, confermando la legittimità della restituzione al Comune stesso di 1,2 milioni, avvenuta nel 2016 da parte del colosso bancario a seguito della sentenza di primo grado.

«La questione - afferma il Comune con una nota - si ricorderà, era stata presa di petto dal sindaco Massimo Bacci fin dai primi giorni del suo primo insediamento, convinto che non vi erano ragioni di sborsare centinaia di migliaia di euro all'anno a tutela della variabilità dei tassi di interessi sulla base di un contratto che si riteneva totalmente sbilanciato a danno dell'Ente. Questo contratto era stato formalizzato nel 2005 a garanzia del prestito obbligazionario di 12,5 milioni di euro che l'allora Amministrazione aveva assunto con Unicredit per ristrutturare il proprio debito. Ed era uno strumento, almeno così si riteneva a suo tempo, che avrebbe tutelato il Comune nel caso in cui il tasso variabile fosse salito oltre il ponderato. In realtà si era subito rivelata uno “gabbia” che, variando i flussi finanziari, incastrava sempre e solo il Comune di Jesi, ponendo di fatto l'Ente a coprire la banca dal rischio. Per tutte queste ragioni, già nel 2013 si avviò una trattativa che non andò a buon fine, aprendo la strada alla causa giudiziaria presso il Tribunale di Milano che si è conclusa con la dichiarazione della nullità del contratto, la condanna ad Unicredit a risarcire le somme ricevute oltre agli interessi ed ovviamente ponendo definitivamente fine ad ogni rapporto che avrebbe dovuto terminare nel 2020 al costo presunto di altri 150 mila euro l'anno, ovviamente a carico del Comune. Unicredit ha subito proposto appello alla sentenza, ritenendo di avere le proprie ragioni e chiedendo che gli fosse riconsegnata la somma data al Comune di Jesi. Ma la Corte d’Appello, acquisiti tutti gli atti, ha confermato in pieno la sentenza di primo grado con piena e totale soddisfazione da parte dell’Amministrazione comunale».

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