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Stop al Ddl Zan, Arcigay Ancona: «Classe politica omofoba, vincono i picchiatori»

Le parole di Arcigay Ancona dopo la "tagliola" in Senato

«Il Senato della Repubblica c’è riuscito, ha appena ucciso il DDL Zan. E con esso la speranza di diventare un paese normale e civile, come gli altri paesi europei  considerati avanzati». Lo scrive Arcigay Comunitas Ancona in una nota stampa dopo lo stop del testo al Senato. 

«Dopo quasi un anno da quando la Camera ha licenziato il testo, il Senato ha affossato il tutto  senza nemmeno entrare nel merito degli articoli e degli emendamenti. Il nostro Senato l’ha detto forte e chiaro: non ha alcun interesse a tutelare le minoranze  discriminate, ma ha interesse a far sì che continuino le violenze contro le donne, le persone  LGBTQIA+ ed i disabili. 
Con la votazione in favore della cosiddetta “tagliola”, il Senato ha utilizzato una procedura  parlamentare che consente di evitare la discussione di una legge: non ha alcun interesse a parlare di noi e non ha alcuna vergogna a farlo in modo infame ed  ignavo, con il voto segreto- continua Arcigay - I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato questa mattina il testo Zan contro  l'omolesbobitransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba e disinteressata. Il margine con cui la maggioranza del Senato si è espressa, va ben oltre i confini delle destre,  dei finti liberali di Forza Italia o dei cinici arrampicatori di Italia Viva. Ci sono responsabilità anche all'interno delle forze politiche in cui militano i parlamentari  primi firmatari del testo. Insomma: c'è una responsabilità diffusa della politica, che ne esce fotografata in maniera  implacabile. Oggi si è scritta una triste pagina nella storia del nostro Paese: 
hanno vinto i violenti, i picchiatori, gli odiatori, quella parte dell’Italia che ha paura di pagare  un prezzo per le sue azioni.  Il lavoro fatto sino ad oggi non andrà sprecato. Fuori da quell’aula il Paese resta favorevole ad un intervento di tipo normativo a contrasto  delle discriminazioni e violenze dettate da omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo. Questo sarà il nostro punto di partenza, fino al momento in cui anche il Senato aprirà gli occhi  e vedrà cosa succede qui fuori. Questo Parlamento non è stato all'altezza delle sfide di questo tempo, l'argine  all'omolesbobitransfobia continuerà a porlo il Paese, le rete informali, le associazioni, tutte le  persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall'altra parte.  Ringraziamo coloro i quali si sono battuti, a tutti gli altri consegnamo la nostra vergogna». 
 

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