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Corruzione, l’opposizione chiede la commissione: «E' morta la fiducia in voi»

Bufera in consiglio comunale dopo la vicenda giudiziaria che sta scuotendo il Comune di Ancona. La Lega chiede una commissione di indagine e la Mancinelli conferma tutti

Valeria Mancinelli conferma tutta la sua squadra di governo e promette: «L’assessorato ai lavori pubblici non lo chiudiamo, tutti gli appalti in procinto di partire non saranno bloccati almeno finché non ci saranno provvedimenti dell’autorità giudiziaria che imporranno altre scelte, il bando per la i lavori agli Archi ad esempio uscirà anche se c’è un’indagine». Parole pronunciate nell’aula del consiglio comunale, accompagnate dalla promessa della massima collaborazione alle indagini sulla presunta corruzione in Comune. Quando però ha parlato di «calma» e «sangue freddo» ha scatenato le opposizioni. 

La commissione d’indagine 

La Lega ha preparato un documento, firmato da tutta l’opposizione, per chiedere la costituzione di una commissione d’indagine su quanto accaduto nelle ultime ore a Palazzo del Popolo e in aula sono volate anche parole taglienti. «Oggi, 7 novembre 2019, è morta la fiducia nei vostri confronti- ha tuonato il capogruppo leghista Marco Ausili- troppo grave l’entità dei reati ipotizzati, troppo importanti le eventuali conseguenze sulle casse e i lavori pubblici nella nostra città, per non fare la dovuta chiarezza. Vogliamo sapere per filo e per segno come viene speso ogni centesimo del denaro pubblico, vogliamo sapere come sono stati possibili questi comportamenti illegittimi all'interno del nostro Comune, vogliamo chiarezza e informazioni sull'operato di tutti gli Uffici comunali». Dura anche la collega di partito Donatella Andreoli: «Nessuno è colpevole fino al 3° grado di giudizio, ma mon possiamo credere che tutti i mali vengano da un solo dipendente». 

«Inadeguata al ruolo di sindaco»

Daniele Berardinelli (FI) si è rivolto alla stessa Mancinelli: «Lei è inadeguata al ruolo di sindaco- ha detto il capogruppo, che interpreta le parole del primo cittadino come il tentativo di mettere in sordina la vicenda: «esattamente come commentò con un “No comment” nel 2016 il grido d’allarme dell’ex Procuratore Nazionale Antimafia che denunciava la presenza ad Ancona di un “substrato sociale marcio”, di “un intreccio di lobby, poteri forti, consociativismi, grazie alle entrature nelle Istituzioni, alle amicizie”, segnalando come possibili segnali di illeciti i lavori pubblici “fatti male”. Le voci (poi confermate, ndr) parlano di assessori che figurano nelle indagini, è giusto sapere se il livello di questa inchiesta tocca la parte politica e invito chi dovesse essere coinvolto a farsi avanti, in segno di un rapporto corretto tra la giunta e il consiglio». 

«Il castello dorato non esiste»

Un clima pesante a Palazzo del Popolo, dice Francesco Rubini (AIC): «Vedere sfilare le forze dell’ordine qui è stato un colpo troppo forte e resterà indelebile per chi stamattina si trovava in questi corridoi per caso o per dovere. Il garantismo è il valore fondante di uno Stato di diritto- continua Rubini- ma ci sono più di 30 indagati e 5 custodie cautelari, se sarà confermato l’impianto accusatorio non potremo dire di essere davanti alla sola e classica “mela marcia”». Critiche dure anche da Angelo Eliantonio (FdI): «Il fatto che girino delle notizie rispetto al Comune di Ancona, presumibilmente corrotto, segna una giornata molto triste». Qui arriva la puntualizzazione della Mancinelli: «Non un Comune corrotto, forse singole persone». Le bordate però non si fermano: «Proprio ieri il sindaco ha presentato un libro intitolato “I principi del buongoverno” e ha parlato di “modello Ancona”, ma questa è una macchia politicamente molto pesante- prosegue Eliantonio- Il fatto incontrovertibile è che il castello dorato che è stato dipinto in supporto di questa amministrazione, specialmente negli ultimi mesi, non esiste perché forse la corruzione nel Comune del “sindaco del mondo” c’è eccome». 

«Politica bastonata»

Il M5S attacca con il capogruppo Daniela Diomedi: «Quella di oggi è una sconfitta e la politica ne esce bastonata, vedere la polizia che entra negli uffici e arresta è una pagina orribile, nata dall’incuria e dalla sciatteria che hanno contraddistinto questi anni di gestione Mancinelli. Abbiamo insistito più volte sull’esercizio di un controllo sugli atti e guarda caso oggi viene fuori che il problema è legato alla stranezza di risultati non corrispondenti alle spese». Sulla vicenda interviene anche Gianluca Quacquarini, dello stesso schieramento: «E’ una brutta giornata per tutti, ma prima o poi doveva arrivare dopo diverse denunce. Spero che l’amministrazione e gli uffici si mettano a disposizione della magistratura». Tra i pentastellati prende parola anche Andrea Vecchietti: «La sezione pg della polizia municipale era stata quasi smantellata per aver scoperto delle cose, noi delle domande ce le eravamo fatte ma la maggioranza evidentemente no. Sta crollando tutto il castello di carta». 

«No commissione, fiducia negli inquirenti»

Per la maggioranza la prima a prendere la parola è stata la consigliera Pd Mirella Giangiacomi: «Ci sta che le opposizioni usino questo momento per andare al di là delle parole chiaramente espresse dal sindaco, ma chi appartiene a questo partito ha più interesse di tutti a scoprire quello che c’è da scoprire. Una commissione d’inchiesta cosa dovrebbe fare? L’unica cosa legittima è che gli uffici continuino a lavorare con la trasparenza garantita fino ad oggi». Dello stesso avviso Massimo Mandarano (Italia Viva): «Non ho dubbi sulla buona fede e sull’operato della giunta, qui i perdenti potremmo essere proprio noi della maggioranza perché governiamo e vogliamo la verità più di altri». Lorenzo Morbidoni ha espresso: «malessere sincero» per la vicenda. Anche Massimo Fazzini, (capogruppo Ancora x Ancona) respinge l’idea di una commissione d’indagine: «Non prestiamo il fianco a commissioni o situazioni suppletive che a nostro avviso non hanno nessun ruolo, confermiamo invece la fiducia in chi è chiamato a portare avanti le indagini». 

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