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I comunisti sfrattano il centro sociale: «Non hanno più legittimità politica»

Rifondazione Comunista dà lo sfratto al centro sociale Heval, ospite negli ultimi tre anni al civico 22 di via Macerata, dura presa di posizione degli attivisti

Prima l'Asilo Politico, ora lo Spazio Heval. Salta un altro centro sociale ad Ancona ma stavolta a porre la parola fine (non sull'esperienza ma sulla sede fisica) non è l'amministrazione comunale ma Rifondazione Comunista. Proprio il Prc è infatti il proprietario dei locali, in via Macerata 22, che da tre anni a questa parte ospitano lo Spazio Comune Heval. Con gli attivisti che non la prendono affatto bene: «Non hanno più legittimità politica». Con ordine. «A fine 2018 - raccontano gli attivisti - ci è stato comunicato che un’associazione appena nata, che nessuno di noi conosceva, era interessata ad affittare il nostro spazio. Così ci siamo subito mossi per presentare una nostra offerta, rivendicando il diritto di prelazione e confidando che un partito che si definisce comunista si dimostrasse sensibile nei confronti delle attività che svolte all’interno dello Spazio Comune Heval. Siamo arrivati a fare una proposta di affitto che secondo semplici ragioni
matematiche ci avrebbe dovuto permettere di tenere lo spazio, ma i cari rappresentanti di un partito, che peraltro è da anni completamente assente nella nostra città, hanno rifiutato anche questa offerta perché a loro detta hanno bisogno di un forte anticipo per pagare i debiti delle banche». 

Dall'Heval raccontano come poi, all'inizio di marzo, si siano ritrovati con la serratura cambiata alla porta e un'ordine di due ore al giorno, sorvegliati, per recuperare i propri beni all'intenro. «Per entrare nello spazio è necessaria la supervisione di un esponente del partito, e i giorni del trasloco vanno comunicati esclusivamente via e-mail. Ci vengono così date due ore al giorno per due giorni per traslocare 3 anni di attività. Appena arrivati al primo giorno di trasloco ci troviamo oltre alla supervisione dei membri di Rifondazione anche quella di un uomo della vigilanza privata. Dopo diverse sollecitazioni riusciamo a ottenere altri giorni per completare il trasloco. Quella che fino a qualche giorno prima era stata la nostra “casa” si trasforma in un luogo da cui andarsene in fretta, sotto minacce, con l’ultima “perla”: l’arrivo della polizia durante l’ultimo giorno del trasloco giunta con una volante seguita anche da alcuni agenti della Digos. Quello che ci preme raccontare è come si è comportato concretamente un partito che molto spesso troviamo all’interno di cortei e assemblee. Un partito che da
questo momento, per quanto ci riguarda, ad Ancona non ha più legittimità politica». Heval è nato tre anni fa. A proporne l'utilizzo dei locali di via Macerata furono proprio alcuni esponenti del Prc. Un comodato d'uso gratuito che, nel tempo ha ospitato raccolte di beni per le popolazioni colpite dal sisma del 2016, mercatini di produttori locali, eventi culturali, cene sociali, doposcuola, lo sportello di orientamento sanitario, corsi di musica e ha fatto da sede a diversi collettivi e akka Polisportiva antirazzista Assata Shakur. «Un centro nevralgico di una bella comunità che va dalle bambine e i bambini del quartiere fino a militanti politici - aggiungono - Ora però l'antagonista non è una spietata banca o dei fascisti, il Pd o il Salvini di turno: a mettersi di traverso è proprio chi inizialmente ci aveva fatto la proposta».

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