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No alla commissione d'indagine, blitz di Fratelli d'Italia: «Sindaco ha paura della verità»

«Il sindaco considera risibile che dei politici possano controllare l'operato di altri politici, nonostante la Commissione d'indagine sia prevista oltre che dal regolamento del Consiglio comunale anche da una legge nazionale»

Il giorno dopo il no del sindaco Mancinelli alla Commissione d'indagine i militanti di Fratelli d'Italia durante la notte hanno affisso due striscioni nei due luoghi simbolo dell'inchiesta "Ghost jobs": i laghetti del Passetto, icona del "sistema Ancona", e il palazzo del Comune, teatro del blitz della squadra mobile il 7 novembre.

«Il sindaco considera risibile che dei politici possano controllare l'operato di altri politici, nonostante la Commissione d'indagine sia prevista oltre che dal regolamento del Consiglio comunale anche da una legge nazionale - ha detto Angelo Eliantonio, Consigliere comunale di Fratelli d'Italia rivendicando l'iniziativa - è un fatto politico grave per questa città poichè certifica che evidentemente Valeria Mancinelli si ritiene al di sopra delle leggi e dei regolamenti. Nei giorni scorsi abbiamo chiamato gli anconetani alla mobilitazione con una partecipata raccolta firme e con loro abbiamo preso un impegno. Ora siamo pronti a scendere in piazza per una grande manifestazione di cittadini che pretendono verità. Per questa amministrazione, forte dei 20 mila amici che le hanno concesso fiducia su 80 mila aventi diritto al voto, i Consigli comunali, le Commissioni, le Commissioni d'indagine di garanzia e di controllo sono solo un striscionelaghettiorpello fastidioso. Dovrebbe essere nell'interesse della stessa maggioranza chiarire politicamente quanto prima gli aspetti torbidi rispetto alla gestione degli appalti pubblici e degli affidamenti diretti, così disse qualche consigliere del PD nelle scorse settimane. Evidentemente qualcuno mentiva. Com'è possibile, ma soprattutto perchè chi governa Ancona continua a minimizzare e a fare muro? Durante l'ultima seduta in aula è stato lo stesso sindaco Mancinelli a gettare via la maschera, sostenendo che il problema sarebbe la terzietà e la non imparzialità di un'eventuale presidenza della Commissione d'indagine, che da regolamento spetta all'opposizione. Di fronte a questa reinterpretazione tutta soggettiva del concetto di democrazia sorge spontaneo un altro dubbio legittimo: non è che qualcuno ha qualcosa da nascondere? Ad ogni modo, in entrambi i casi, il sentimento prevalente che muove l'operato di questa amministrazione quando si parla di necessità di fare chiarezza e trasparenza è la paura».

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